sabato 20 dicembre 2008

La voce delle associazioni


Nella foto l'Assessre provinciale Paola Gazzolo
e il responsabile Livio Rabboni
durante il convegno
Giovedì 18 dicembre, nella sede della Provincia in sala Garibaldi, si è tenuto un incontro con tutte la e associazioni di promozione sociale. L’assessore Paola Gazzolo ha presieduto la riunione a cui hanno preso parte una numerosa rappresentanza delle oltre centottanta associazioni. Anche l’associazione ANOSS era presente all’incontro che si è rivelato molto importante come momento di conoscenza e di condivisione con l’assessore dei progetti e degli obiettivi che si possono affrontare nel prossimo anno.


Portale solidale, computer e raccolta fondi,

così il mondo dell'associazionismo diventa "grande"
Così ha sintetizzato il quotidiano Libertà le proposte dell'assessore discusse nell'incontro.


Il potenziamento del portale "Piacenza provincia solidale", il sostegno alla raccolta fondi ed alla comunicazione esterna, momenti confronto per fare in modo che la voce delle associazioni sia ascoltata da chi programma il territorio.
La discussione che si è sviluppata tra i presenti ha sostanzialmente confermato le linee guida proposte che entreranno quindi nella stesura del Piano provinciale dell'associazionismo che verrà approvato dalla Giunta all'inizio del 2009.

Un plauso all'iniziativa che conferma uno stile propositivo e di apertura verso il mondo dell'associazionismo, che consente l'espressione delle varie posizioni e la possibilità di offrire contributi concreti alle scelte dell'Aministrazione.

Nella presentazione l'Assessore Paola Gazzolo, col supporto del responsabile Livio Rabboni, ha detto che il Piano si propone 3 grandi obiettivi più un quarto possibile.

Prima di tutto la comunicazione che rappresenta il fattore fondamentale di successo. Nell'ambito di questa linea guida sonon stati èresentati obiettivi specifici.

Implementazione del Portale "Piacenza provincia solidale"
Il portale consente a tutte le associazioni di intervenire con facilità. Dopo aver richiesto la password ugni associazione potrà gestiure autonomamente una propria scheda su cui pubblicare le varie attività. Per una miglior gestione del portale viene individuata la necessità di creare un Comitato di Redazione che dovrebbe essere individuato attravrso una convenzione con le associazioni disponibili.

Un obiettivo collegato è la formazione sull'utilizzo dei supporti informatici per mettere tutti potenzilmente sullo stesso piano e un terzo obiettivo è che tutti dispopngano dei mezzi tecnici necessari. A tal proposito l'assessore ha proposto la possibilità di dare in comodato d'uso alcuni computere attualmente in uso e in via di sostituzione negli uffici della Provincia.


Altri obiettivi possibili sono iniziative formative sul fond raising e l'aggiornamento della guida all'associazionismo pubblicata nel 2005 anche perchè le associazioni da 116 sono diventate 183.


Il quarto obiettivo di carattere generale è realizare un evento utile a rendere conosciuto a tutta la cittadinanza l'esistenza, la dimensione e la funzione sociale dell'associazionismo.


La discussione è stata utile a definire le priorità che vedono un giudizio favorevole soprattutto sulla gestione del portale attraverso un comitato di redazione. Penso che un portale contenete siti sempre aggiornati e ricco di notizie e proposte è uno strumento molto potente mentre un sito internet dormiente è addirittura negativo. Le associazioni, tutte, hanno una funzione sociale rilevante e hanno il dovere di farsi conoscere, non semplicemente per un interesse, diciamo egoistico, ad avere più risorse, ma in forza di un vero e proprio dovere verso il mondo a cui ci proponiamo, in chiave volontaristica, per offrire servizi. Computer, corsi sugli strumenti ardware e software e un'alfabettizzazione all'uso di internet sono elementi determinanti per un buon inizio, al passo coi tempi.

Una piccola nota sulla necessità di "lavorare insieme".

Non esistono associazioni privilegiate e nessuna si deve sentire in difficoltà al confronto con altre per il fatto di appartenere all'uno o all'altro ramo di attività. Se a prima vista si può pensare che le associazioni operanti nel settore socio-sanitario siano privilegiate nella ricerca fondi in realtà ciò non risponde affatto a verità. La gente è sensibile o può essere sensibilizzata ai problemi della salute così come a quelli della cultura o dello sport. La difficoltà è nel come approcciarsi e a chi. La comunicazione deve essere da un lato generale e dall'altro specifica e selettiva. In sintesi, quando spiego chi sono comunicazione ampia affinchè potenzialmente tutti mi conoscano quando chiedo soldi comuinicazione specifica a chi è probabilmente più interessato. ad esempio una cosa ovvia: lo sport verrà più sostenuto dalle famiglie con la presenza di bambini e ragazzi, il socio sanitario dalle famiglie anziane o con anziani a carico, la cultura dalle famiglie dotate di un maggior grado di istruzione. Le aziende sosterranno indifferntemente sport cultura e sociosanitario sulla base di due parametri fondamentali: la tradizione aziendale e il ritorno di immagine. Chi ha sempre sostenuto lo sport, ad esempio, difficilmente darà contributi al sanitario perchè sarebbe meno funzionale alla sua immagine. Teniamo conto del fatto che il principio etico per le aziende viene dopo quello economico.

Se ci sbarazziamo di certi pregiudizi possiamo scoprire che tutti lavoriamo nella stessa direzione cioè quella della costruzione di un welfare di comunità. Se welfare significa benessere sociale pensate in quale modo conle nostressociazioni possimao contribuire. Benessere è star bene di salute, ma anche favorire lo sport vuol dire da un lato aver in considerazione la salute e dall'altro pensare allo svago e al divertimento dei giovani che è banessere per loro e per le loro famiglie. Analoghe considerazioni possono essere fatte per tutti i settori.

Lavorare insieme significa approfondire questi concetti e trasmetterli ai nostri riferimenti, lavorare insieme significa anche metter in comune cultura ed esperienze per la crescita dell'associazionismo e di ogni singola associazione di conseguenza.

Vale la pena di approfondire e tornare su questo argomento e, spero, le occcasioni non mancheranno .

Intanto un augurio di Buon Natale a tutti e di un felice Anno Nuovo all'insegna dello sviluppo del welfare di comunità.



USA/ La scuola secondo Obama

Sembra utile mettere a dispposizione un breve sunto del problema dell'istruzione così come lo affronta il Presidente eletto degli Stati Uniti.
(Il testo che segue , di Lorenzo Albacete, è stato pubblicato in rete)

Tra le nomine del presidente eletto Obama per il suo governo, una delle più attese riguarda il prossimo Segretario all’Educazione. Il Partito Democratico è molto diviso sulla questione e la decisione di Obama è attesa con ansia.

Da una parte ci sono i cosiddetti riformatori che sostengono cose come incentivi per gli insegnanti meritevoli, le scuole parificate e una verifica accurata dei risultati. Dall’altra parte, ci sono i sindacati degli insegnanti e gli appartenenti all’establishment accademico e ministeriale. Costoro chiedono un incremento della spesa, classi meno numerose e qualche riforma. Durante la campagna presidenziale, Obama ha oscillato tra le due parti, ma ora deve operare la scelta su chi porterà avanti la politica dell’istruzione nella sua amministrazione.

La persona posta da Obama alla testa della squadra di transizione è Darling-Hammond, un professore della Stanford University spesso critico nei confronti delle strategie riformiste, ma i circoli più vicini a Obama hanno assicurato gli allarmati riformisti sul suo appoggio a molte delle loro posizioni.

L’umore nel Paese è attualmente favorevole ai riformisti. La settimana scorsa Newsweek Magazine ha dedicato il suo articolo di copertina a Michelle Rhee, responsabile del sistema di scuole pubbliche di Washington DC, un’importante riformista. Anche le scuole pubbliche di New York sono guidate da un riformista, Joel Klein.

La questione principale è la valutazione dei risultati e ogni tentativo di indebolire ciò che stanno facendo i riformisti viene interpretato come una sconfitta per le riforme. Le speranze dei riformisti sono ora centrate su un amico personale di Obama, Arne Duncan, alla guida delle scuole pubbliche di Chicago. Se non verrà scelto Duncan, o un altro riformista, Obama deluderà seriamente molti di quelli che hanno creduto nella sua promessa di un cambiamento reale.

È interessante notare che le discussioni sull’educazione riguardano la valutazione dei risultati, gli incentivi, i licenziamenti, gli avanzamenti di carriera, le abilità nello scrivere, nel leggere, nella matematica o nelle scienze, i corsi economicamente profittevoli, etc. Niente viene detto sugli insegnamenti umanistici, specialmente sui contenuti dell’insegnamento della storia, dell’educazione civica e della responsabilità sociale.

Una delle spiegazioni a questo fatto è che per tradizione il governo federale non può stabilire i contenuti dell’insegnamento nelle scuole pubbliche, che sono tutte gestite localmente. Un’altra ragione è il modo pragmatico con cui viene intesa l’istruzione in questo Paese.

Tuttavia, la guerra culturale è arrivata nel sistema pubblico della scuola elementare e secondaria a causa delle regole del “politicamente corretto” incluse nei requisiti per accedere alle sovvenzioni federali. Per esempio, il revisionismo storico (che sembra risultare nell’espunzione del fatto cristiano dalla formazione della civiltà occidentale) è già influente in molte università ed è pronto a entrare anche nella scuola superiore.

Se questa questione non viene affrontata, finisce per non avere molta importanza chi verrà nominato come Segretario all’Educazione. In effetti, insegnanti incompetenti potrebbero essere alla fine preferibili.

sabato 13 dicembre 2008

Dibattito sulle Province - Una posizione di Mario Spezia


Riportiamo un intervento di Mario Spezia assesore al bilancio della Provincia di Piacenza espresso in occasione della presentazione in commissione del bilancio di previsione del 2009.


(Dal quotidiano Libertà)

Un bilancio di "mantenimento", costretto a fare i conti con una crisi dei consumi e riduzione dei trasferimenti statali che fanno registrare, in cassa, un milione e 800mila euro in meno rispetto a due anni fa. E' stato presentato così in commissione affari generali, il bilancio di previsione 2009 dell'amministrazione provinciale, dall'assessore Mario Spezia e dal dirigente di settore Vittorio Boccaletti. In un previsionale dove il 90 per cento delle spese è riconducibile alla spesa corrente dell'ente, e il margine di manovra economica è fissato al 2,1 per cento, si punta alla vendita di alcuni beni immobili di proprietà della Provincia.

Il previsionale 2009 è molto simile a quello dello scorso anno e presenta una riduzione delle entrate, dovute ad una diminuzione dei consumi delle famiglie (rc auto, elettricità etc..).
L'assessore provinciale Spezia punta il dito contro la politica fiscale del Governo che, se da un lato sostiene il federalismo, dall'altro limita fortemente la capacità di pianificazione delle amministrazioni. «In questo modo si nega il senso e l'importanza della politica degli enti locali», afferma Spezia. Ho avuto modo di leggere sui quotidiani alcune prese di posizione a favore dell'abolizione delle Province. Vorrei ricordare che negli anni scorsi è stato soprattutto il centrodestra a favorire la nascita di nuove amministrazioni: nel 2001 la Regione Sardegna (governata appunto dal centrodestra) ne istituì 4, e nel 2004 il Governo Berlusconi ne autorizzò altre 3».

Le Province sono insostituibili.


Nella foto:
una seduta del Consiglio Provinciale di Piacenza
Questo è il titolo con cui è stato sintetizzato il messaggio lanciato dai Presidenti delle Province con la firma dell’atto costitutivo della “Fondazione delle Province del Nord Ovest” cioè quelle appartenenti alla Lombardia, Piemonte, Liguria oltre a Piacenza e Parma dell’Emilia-Romagna. Dunque è stata portata a termine un’azione di carattere associativo per valorizzare l’importanza delle Province in un momento in cui è stato sollevato con rinnovato vigore il proposito, ormai un po’ consunto per vero, di abolire le Province.
Un po’ ironicamente potremmo dire che è vero: le province sono insostituibili, infatti nessuno le vuole sostituire, semmai molti le vorrebbero vedere morte! Perché si dovrebbero sostituire? Si sostituisce chi fa qualcosa!
Con queste premesse è interessante analizzare il problema.
Secondo quanto calcolato recentemente da certi organi di stampa, sappiamo che le Province hanno un costo annuo di 16 miliardi di euro. Eliminandole si potrebbero fare un sacco di cose come ad esempio detassare integralmente le tredicesime del 2008 e del 2009, oppure abbassare del 60% l’IRAP, oppure addirittura, se mai ne valesse la pena, costruire 4 ponti sullo stretto! Questa non è credibile. Se l’affermazione è basata sui costi previsti dai progetti, possiamo essere certi che al massimo di ponti se ne farebbe uno o forse neanche. Mai come in questo caso tra il dire e il fare c’è in mezzo il mare! Un mare popolato da squali poderosi che chissà quante volte si avventerebbero sui piloni del ponte..!
A parte il ponte sullo stretto, utilizzare il risparmio dell’eliminazione delle Province per diminuire la pressione fiscale sarebbe una cosa interessante. Ma come si potrà mai decidere di compiere una simile mutilazione a un importante elemento del patrimonio politico italiano? Non si deve dimenticare che a fianco delle motivazioni economiche esiste un’importanti questione democratica. Le Province rappresentano i cittadini di un determinato territorio e svolgono funzioni pubbliche in rappresentanza di questi e dei loro interessi.
Nell’area sociosanitaria, ad esempio svolgono funzioni di programmazione e coordinamento circa la formazione professionale e la pianificazione territoriale dei servizi. Questo per dire delle più importanti.
Ora si deve riflettere su un semplice dilemma se sia più logico ridurre il costo eliminando il centro di spesa oppure renderne più efficace l’attività ottimizzando la spesa. Il risparmio di spesa pubblica sarebbe comunque incerto perché molte spese verrebbero trasferite ad altri enti e a fronte di spese uguali come quelle del personale si potrebbero sviluppare dei costi indiretti del cambiamento come ad esempio una diminuzione di produttività a seguito di ricollocazioni magari non del tutto consone con conseguente spaesamento degli operatori. Altro punto importante sono i tempi di trasformazione, necessariamente lunghi e pieni di attività di concertazione e mediazione e quindi con dei costi elevati di processo. Dunque un risparmio ipotetico, non immediato, che genera costi per soddisfare le esigenze di democrazia del processo.
Anche modificare le competenze e rendere maggiormente responsabile l’ente Provincia comporta costi di processo, ma l’esito a cui si perverrebbe di maggior efficacia della sua azione nel garantirne le vita e lo sviluppo assicura anche una interpretazione consona ai bisogni dei territori dell’applicazione delle direttive regionali e una applicazione capace di superare le divisioni campanilistiche dei comuni.
Un’attenzione alla democraticità delle scelte non guasta. Quelli che pensano di abolire le province non mettono sulla bilancia come contrappeso anche l’abolizione delle Prefetture perché un organismo locale del Ministero dell’Interno evidentemente ha una funzione utile all’attività del Governo. Il fatto è assolutamente comprensibile e anche condivisibile, ma allora sembra migliore un’osservazione del problema Province meno miope e meno afflitta dal presupposto qualunquistico che i partiti di ogni settore politico vedano nell’eliminazione di questo ente la perdita di un “poltronificio”.
L’esistenza delle poltrone non è in sé un problema, il difetto risiede negli scopi per cui vengono mantenute e nelle persone che vi vengono poste. Se si deve fare una cura a lungo termine meglio incidere direttamente sul difetto e uno dei modi è quello di dare competenze accompagnate da responsabilità precise. Ad esempio, tanto per avviare una riflessione, nel settore socio sanitario si potrebbe dare alla Provincia una responsabilità diretta sulla programmazione territoriale dei servizi non delle semplici raccolte di dati come adesso. Analogamente non solo compiti burocratici e astratti, ma attività di controllo di qualità dei servizi effettuate con organismi tecnici propri distinti da quelli delle Aziende Sanitarie Locali.
Si vuole che le Province rappresentino i cittadini dei territori? Allora, in ogni settore e per quel che più ci interessa in quello sociosanitario, devono avere almeno un compito esclusivo da svolgere in piena autonomia. Potrebbe per esempio diventare l’unico e forte organo di programmazione e controllo del territorio con alcune importanti conseguenze quali la coperture di quell’inevitabile deficit di democrazia che c’è nel gestire le risorse attraverso organi burocratici (Le Direzioni ASL) e il superamento di quei particolarismi territoriali ancora in larga misura presenti sotto i campanili.

sabato 6 dicembre 2008

Riforma della scuola: al Gioia la rivolta dei cento

Si riporta l'articolo apparso sul quotidiano Libertà e il documento redfatto dai Prof. del Gioia.

Professori sul piede di guerra: valutiamo forme di protesta pubblica

Oltre cento docenti del liceo Gioia (dove complessivamente ne operano circa 130) scrivono una pagina nuova ed importante della protesta di cui la riforma Gelmini costituisce il più eclatante obiettivo. Documento sintomo di un malessere giunto al limite, pare di capire, in cui l'esercito di docenti piacentini, che propone la costituzione all'interno del Gioia di un comitato misto "in difesa della scuola pubblica", promette battaglia: «Ci dichiariamo in stato di mobilitazione permanente e ci riserviamo di valutare l'opportunità di aderire a forme di incisiva protesta pubblica, quali la sospensione di attività non strettamente curricolari». Nelle premesse del documento (che riportiamo integralmente a pagina 60) i cento docenti avevano sottoscritto tutta la loro fede nel «valore della scuola pubblica come strumento di uguaglianza sociale e di promozione culturale e civile di un Paese democratico, della cultura e della specificità della riflessione pedagogico-didattica, del dibattito parlamentare in materia di istruzione pubblica». Nel ribadire le coordinate del contesto scolastico locale, piacentino ed emiliano, «sostenuto da professionalità ed elevata innovazione didattica» e da «inesistente assenteismo», i 100 prof piacentini del liceo di viale Risorgimento esprimono «vivissima preoccupazione per le prospettive delineate dai recenti provvedimenti in materia di istruzione pubblica, in particolare per l'ulteriore aumento del numero alunni per classe, con eliminazione del tetto vigente in presenza di disabilità, per la consistente riduzione del personale, per l'ulteriore riduzione delle risorse destinate alle scuole per la realizzazione di progetti educativi fondamentali». I promotori del documento invitano quindi «i docenti delle altre scuole piacentine, di ogni ordine e grado, ad esprimere analogamente la loro preoccupazione, qualora non lo avessero già fatto, e a chiedere rispetto per la scuola pubblica, mai posta in Italia tra le priorità dell'agenda politica ed ora oggetto di un attacco senza precedenti tramite riduzione delle risorse umane e finanziarie. Nel momento in cui i provvedimenti approvati stanno per essere tradotti in regolamenti attuativi, è infatti prioritario, rispetto ad ogni adempimento organizzativo, mantenere alto il livello di attenzione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, prima di dedicarsi ancora una volta, con il consueto senso di responsabilità, a studiare una traduzione operativa di tali provvedimenti che limiti i danni al servizio offerto alla cittadinanza».
Chiedono, al personale Ata, «minacciato da drastiche misure di "razionalizzazione"» di condividere con i docenti «l'impegno alla mobilitazione», e ai dirigenti scolastici piacentini di «pronunciarsi pubblicamente, in merito ai provvedimenti incombenti, sull'esempio di quanto hanno fatto recentemente i rettori universitari concorrendo a determinare per il momento un significativo rallentamento nell'attuazione dei provvedimenti riguardanti l'Università e la Ricerca», appello al confronto successivamente esteso anche agli uomini di cultura, agli studenti e ai genitori del liceo Gioia. «Proponiamo - conclude il documento dei 100 prof - di costituire all'interno del liceo Gioia un "comitato misto in difesa della scuola pubblica", a cui collaborino operativamente rappresentanze significative del personale scolastico (docenti, ata), dei genitori e degli studenti, allo scopo di proseguire nell'organizzazione di condivise forme di informazione e mobilitazione, rapportandosi con gli organismi interni e relazionandosi con l'esterno».



Il documento
Insegnanti del Gioia in difesa della scuola pubblica
Noi, docenti del liceo "gioia" sottoscrittori del presente documento, che credono nel valore
della scuola pubblica come strumento di uguaglianza sociale e di promozione culturale e civile di un Paese democratico;
della cultura e della specificità della riflessione pedagogico-didattica;
del dibattito parlamentare in materia di istruzione pubblica;
e che operano in uno specifico contesto scolastico, piacentino ed emiliano, di
intenso e qualificato lavoro didattico nelle classi, sostenuto da professionalità elevata;
innovazione didattica, qualificata da personale aggiornamento e ricerca dei docenti;
prevenzione educativa dei fenomeni di disagio giovanile quali il bullismo, affrontati nella scuola come elemento che rimanda alla complessità della società contemporanea e alla problematicità della funzione educativa;
personalizzazione della proposta didattica, attenta alle esigenze di apprendimento di tutti gli alunni, anche disabili e stranieri, e rivolta alla promozione del merito e dell'eccellenza;
arricchimento formativo e ampliamento pomeridiano della proposta culturale in molteplici direzioni;
valutazione interna ed esterna dei risultati scolastici, con conseguimento di livelli di qualità pubblicamente riconosciuti;
costruttiva collaborazione tra tutto il personale della scuola, ATA compresi, e con le Dirigenze;
inesistente assenteismo del personale;
1. esprimiamo vivissima preoccupazione
per le prospettive delineate dai recenti provvedimenti in materia di istruzione pubblica, in particolare per
ulteriore aumento del numero alunni per classe, con eliminazione del tetto vigente in presenza di disabilità;
consistente riduzione del personale, in un tempo in cui il lavoro quotidiano in classe appare talmente impegnativo e sottopagato che solo alcuni docenti si dedicano alla realizzazione degli ulteriori compiti di sistema, essenziali per l'effettivo funzionamento della scuola;
ulteriore riduzione delle risorse destinate alle scuole per la realizzazione di progetti educativi fondamentali per la promozione del diritto allo studio e della formazione culturale;
2. ci dichiariamo in stato di mobilitazione permanente e ci riserviamo di valutare l'opportunità di aderire a forme di incisiva protesta pubblica, quali la sospensione di attività non strettamente curricolari
3. Invitiamo
i docenti delle altre scuole piacentine, di ogni ordine e grado, ad esprimere analogamente la loro preoccupazione, qualora non lo avessero già fatto, e a chiedere rispetto per la scuola pubblica, mai posta in Italia tra le priorità dell'agenda politica ed ora oggetto di un attacco senza precedenti tramite riduzione delle risorse umane e finanziarie; nel momento in cui i provvedimenti approvati stanno per essere tradotti in regolamenti attuativi, è infatti prioritario, rispetto ad ogni adempimento organizzativo, mantenere alto il livello di attenzione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, prima di dedicarsi ancora una volta, con il consueto senso di responsabilità, a studiare una traduzione operativa di tali provvedimenti che limiti i danni al servizio offerto alla cittadinanza;
il personale ATA, minacciato da drastiche misure di "razionalizzazione", a condividere con noi docenti l'impegno alla mobilitazione, in difesa di una scuola pubblica che ha saputo reggersi proprio grazie alla generosa dedizione degli operatori della scuola, pur a fronte di innegabili criticità, meritevoli di essere indagate e avviate a soluzione, con particolare sapienza pedagogico-didattica e con destinazione di risorse;
i dirigenti scolastici del nostro territorio, a pronunciarsi pubblicamente, in qualità di avvertiti operatori scolastici, in merito ai provvedimenti incombenti, sull'esempio di quanto hanno fatto recentemente i rettori universitari concorrendo a determinare per il momento un significativo rallentamento nell'attuazione dei provvedimenti riguardanti l'Università e la Ricerca;
i pedagogisti e gli uomini di cultura del nostro territorio a creare occasioni pubbliche di informazione alla cittadinanza e di espressione di autorevoli pareri sul presente ed il futuro della scuola pubblica italiana;
gli studenti e i genitori del Liceo Gioia ad approfondire, oltre l'approssimazione del dibattito mediatico, gli aspetti concreti di attuazione dei provvedimenti, in particolare quelli che riguarderanno la scuola superiore;
4. Proponiamo
di costituire all'interno del Liceo Gioia un "comitato misto in difesa della scuola pubblica", a cui collaborino operativamente rappresentanze significative del personale scolastico (docenti, ATA), dei genitori e degli studenti, allo scopo di proseguire nell'organizzazione di condivise forme di informazione e mobilitazione, rapportandosi con gli organismi interni (Dirigenza, Comitato Genitori, Comitato Studentesco, Consiglio d'Istituto, RSU e Collegio Docenti) e relazionandosi con l'esterno (stampa, autorità e sindacati, altre scuole, enti locali e cittadinanza). A tale proposito attendiamo riscontro dai soggetti invitati a tale proposta operativa, che possono rispondere inviando personale adesione all'indirizzo di posta elettronica zapmama@iol.it
Cento docenti
del Liceo Gioia
06/12/2008

sabato 15 novembre 2008

L'assemblea dell'AUSER di Piacenza





Nei giorni scorsi si è svolta l'assemblea dell'associazione della terza età che conta 3mila iscritti

Nell'immagine a fianco il presidente Sergio Danese mentre svolge la relazione
L'AUSER a Piacenza si è costituita nel 1991 e ha sempre avuto un ruolo attivo e propositivo raggiungendo un cospicuo numero di iscritti (quasi 3 mila).
Nella riunione il Presidente ha richiamato l'attenzione sulle difficoltà indotte dalla crisi. Se le risorse diminuiscono come si potrà fare a mandare avanti i progetti già avviati e come si potrà far nascere nuove idee?
Si è esaminato un quadro della situazione dell'anziano sul come la persona anziana è percepita e sul suo ruolo nella società.
Le difficoltà economiche e finanziarie mettono in crisi il ruolo dell'anziano che da punto di riferimento e sostegno psicologico ed economico di figli e nipoti, ora si scopre debole e spesso a carico degli eredi.
Un'osservazione importante sottolineata dal Presidente Danese è che il 50% delle prestazioni fornite dal servizio sanitario sono rivolte alle persone con più di 65 anni. I tagli alla sanità quindi, influiranno non poco sulla futura qualità di vita degli anziani.
Gli anziani tuttavia sono importanti e attivi, infatti ci sono un sacco di attività svolte dai soci dell'AUSER: dal filo d'argento al telefono amico ai servizi socialmente utili.
Interessante poi notare come l'interesse per l'aggiornamento (Università dell'Età Libera) si mantenga sempre forte anche verso l'impiego delle nuove tecnologie del computer.
Il Congresso provinciale ha infine deciso i delegati che partecipaeranno all'Assemblea regionale di Modena, il 24 e 25 novembre e ha preso visione del documento del comitato nazionale, che stabilisce il rinnovo dei direttivi provinciali ogni quattro anni, e fissa il limite massimo di eleggibilità a due mandati.
(Informazioni rielaborate dal testo pubblicato da Libertà del 15 novembre)
Rivolgo i miei complimenti all'associazione e un "in bocca al lupo" al Presidente!! Con queste "Vacche Magre" dovremo convivere per un bel po' quindi si impone un risveglio di energie sopite e il massimo impiego di quella creatività basata sull'esperienza che contraddistingue gli anziani attivi.

martedì 11 novembre 2008

Dibattito sul welfare locale

Ci sono tre notizie, a cui il quotidiano Libertà di Piacenza ha dato opportuno risalto, che invitano a una riflessione.La prima è la denuncia dell’aumento della lista d’attesa per entrare in casa protetta più che raddoppiata rispetto allo scorso anno che Luigi Rabuffi, presidente della Casa Protetta Vittorio Emanuele, presenta con forza e con evidente passione. Mette in evidenza la mancanza di risposta e sottolinea che gli anziani in attesa sono curati a domicilio dai famigliari e dalle badanti. “Non c’è niente di male” dice “ ma se fanno domanda per avere un posto in casa protetta significa che la ritengono una soluzione migliore e sarebbero più soddisfatti se quel posto ce l’avessero”. Lo stesso Rabuffi ricorda che le case protette di Piacenza non soddisfano la richiesta costringendo ad adottare la soluzione domiciliare che però non sempre è percorribile e spesso non è agevole né opportuna né per l’anziano né per la famiglia.La seconda notizia riferita da “Libertà” riguarda un intervento di Giovanna Palladini, assessore ai servizi sociali del comune di Piacenza, il titolo: “La via da promuovere è la cura dentro la famiglia”. I dati riportati dalla Palladini parlano del trend demografico e della pressione sociale derivante dalla presenza sempre più numerosa di grandi anziani. 1.070.000 euro è quanto il comune di Piacenza versa alle case protette a copertura di rette di anziani non autosufficienti privi dei mezzi necessari assorbendo l’80% delle risorse del fondo per la non autosufficienza. L’assessore alla fine dice chiaramente che la via che si promuove, anche in armonia con le indicazioni della Regione Emilia Romagna, è quella della domiciliarità, vale a dire del mantenimento dell'anziano non autosufficiente in famiglia. Tra pareti domestiche e nell'affetto dei propri cari. C’è l’assegno di cura:circa 400 famiglie godono di un assegno staccato dal Comune su fondi regionali.La terza notizia offre la chiave interpretativa del fenomeno.La Conferenza sanitaria ha esaminato l’atto di programmazione dell’AUSL su cui si andrà presto al voto. Si sottolinea che “in Sanità non basta elencare i bisogni, servono soldi” Dopo la presa di posizione del sindaco Roberto Reggi, durante la recente Conferenza provinciale del welfare altri sindaci mettono il dito nella piaga.Non è sufficiente redigere un piano dei bisogni del nostro territorio. Questo atto di programmazione deve essere corredato da un piano di sostenibilità economica: “non possiamo nasconderci che avremo a disposizione ancora meno risorse di quanto ipotizzavamo qualche tempo fa”. Ciò è quanto i sin dacvi dicono in provincia di Piacenza. “Dobbiamo confrontarci con le risorse: il documento triennale è indubbiamente molto ben fatto, è capillare, preciso, stilato da persone che conoscono il territorio. Ma come tutti i documenti programmatici, deve essere accompagnato da un piano di sostenibilità economica che tenga conto delle risorse disponibili a tutti i livelli: Stato, Regione, Provincia, distretti, Comuni. Non possiamo negare che stiamo attraversando un momento difficile, e che le disponibilità degli enti locali sono sempre più limitate”. Fin qui la cronaca.La riflessione.Non è solo a Piacenza, così va dappertutto in Italia. La risorse sono finite a tutti i livelli ma nessuno lo vuole ammettere. Nessuno crede di esserne responsabile e tutti si affrettano a dire che bosogna garantire il finanziamento dei servizi chiedendo soldi allo stato, alle regioni..ecc.. Ma bisogna proprio dirlo: siamo stufi di sentirli questi politici, che non hanno mai colpe che spostano le responsabilità a dritta e a manca basta salvare la faccia. Il domiciliare è diventato il luogo dove si rispettano gli anziani perché stanno a casa. Certo, è vero, ma è anche vero che a casa la badante e tutto il resto lo paga la famiglia! Qualcuna sa esattamente cosa costa? e qualcuno si è mai domandato che razza di servizio fa una badante? che formazione ha ricevuto e di quale professionalità è dotata?È ora di un po’ di onestà non è colpa dei cittadini se il rapporto tra anziani e lavoratori è sempre meno favorevole, non è colpa di nessuno, ma il singolo cittadino ha bisogno di risposte e la politica le deve dare. Il Ministro Sacconi ha pubblicato il “Libro Verde”dove dice le stesse cose, ma siccome non ha altri organismi al di sopra non può dire che le risorse gli devono essere date e così propone “La vita buona nella società attiva”.È arrivata l’idea nuova: se volete satar bene… lavorate! Lavorate e abbiate fiducia in voi stessi. Certo questo ci resta aver fiducia in noi stessi. Questa è la parte onesta del messaggio, in fondo basta un piccolo sforzo di interpretazione e si capisce bene che il welfare del futuro sarà un welfare “fai da te”. Tu, lavora, pagati l’assicurazione, pagati la badante, pagati alcune cure, pagati.. pagati ecc ecc .Ok siamo arrivatio alla fine e il ministro lo ammette. Fa come dicevano i nostri vecchi ai figli e nupoti che chiedevano cosa avrebbero avuto in eredità, rispondevano con un po’ di bonatria contadina ironia… “Caro, io non ho niente: ti lascio da vivere… fin che campi!”Ma non siamo disfattisti. Se il messaggio è questo non faremo come troppe volte ho vista fare dai sindacati che non potendo perdere la faccia (e gli iscritti che garantiscono i distacchi sindacali), quando sentono certe cose non ascoltano. Di fronte all’affermazione che non ci sono soldi di solito vengono avanzate richieste di miglioramento economico e i politici magari fanno anche finta di accontentarli. Certo, si sa, a loro brucia non poter soddusafare le brame di chi ha portato voti!Bravi, bravi davvero!Anche noi vogliamo dare soddisfazione e soldi ai lavoratori, anche noi vogliamo operatori soddisfatti!E chi lavora bene se non è soddisfatto?Anche noi chiediamo più attenzione verso gli operatori di base, verso gfli impiegati, le assitenti sociali, le infermiere, i medici, i direttori… tutti, tutti devo essere soddisafatti del loro lavoro e della looro retribuzione.Prima di tutto però dobbiamo render soddisfacente il lavoro: dobbiamo ascoltare sintetizzare decidere. Dare il giusto (e non mi si dica che il giusto non c’è perché è un giudizio soggettivo!) sappiamo che il giusto semplice, quello che tutti capisco, c’è eccome!Che i soldi sono finiti l’abbiamo capito. E allora smettiamola di fare norme che stabiliscono standard di servizio basate solo su risorse materiali. Accontentiamoci di un livello numerico inferiore, facciamo una miglior retribuzione individuale e premiamo la disponibilità accompagnandola con un formidabile impegno di formazione.Rivolgiamoci ai giovani!. Cerchiamo risorse nuove, andiamo nelle scuole a dire che è unitile inseguire una laurea triennale in qualche nuova scienza inconsistente che alla fine creerà dei baristi impreparati o dei commessi di supermercato inappagati!.Invitiamoli a fare un corso da oss e andare a lavorare sapendo che questo è un lavoro importante, non da importare! O almeno non da importare interamente.E smettiamola di credere che le aziende pubblche posano sostenere lo scontro con questa realtà.In Emilia Romagna in applicazione della legge 328 del 2000 si è deciso di effettuare il riordino delle IPAB promuovendo – leggi: rendendo obbligatorie - le ASP: Aziende Pubbliche di Servizio alla persona, e la Regione ha avuto la faccia tosta di affermare che l’ASP deve lavorare in proprio, deve essere un produttore di servizi con suoi dipendenti e una sua organizzazione produttiva, sennò che azienda è? Già, però non le ha dato una fisionomia da azienda agile e flessibile. Ha creato una struttura ancor più complessa dell’IPAB ( Questo a molti non sembrava possibile, ma non c’è limite alla fantasia istituzionale..!)Sappiamo benissimo che non è semplice modificare il retaggio del pubblico che è assolutamente negativo. Tutte le volte che, ai giorni nostri o in passato, si è occupato di produzione (Vedi Alitalia, Ferrovie, Alfa Romeo, per citare esempi eclatanti.) ha portato l’azienda alla crisi.Nel nostro caso, poi, con il peso contrattuale e fiscale del tutto imparagonabile a quello delle coop come volete che sia possibile sopravvivere con un’azienda pubblica più di qualche anno? Presidenti e direttori di nomina pubblica, al di là delle loro caratteristiche personali che potrebbero anche essere idonee, lavorano con la libertà condizionata dagli equilibri della classe politica di un’intera città o di un’ampia zona di provincia. E gli equilibri politici, anche se c’è la “rivoluzione di Brunetta” sono sempre prioritari.Non è che il manager pubblico non sa fare il suo mestiere è che è un mestiere diverso dal manager!!Un’assemblea, un Consiglio, un Presidente, un Direttore e poi?E poi facciamo gli appalti di interi servizi! Ma chi ce la fa fare di sbagliare del tutto e magari dopo dover ripianare i debiti di un’azienda quando si può farla gestire probabilamente con reciproca soddisfazione da altri?Pensate: se le cose non vanno si può cambiare l’interlocutore e comunque, in una certa misura, le lamentele vengono dirottate sul fornitore mentre la politica locale può tenersi la parte interessante dell’azienda: la Direzione, la Presidenza e tanti atri bei posticini…Sinceramente, spero di sbagliarmi!

sabato 18 ottobre 2008

Eletto il nuovo presidente della Coop Eureka

La cooperativa sociale Eureka ha rinnovato nei giorni scorsi la propria struttura organizzativa, nominando un nuovo presidente e riorganizzando il consiglio di amministrazione.Il nuovo presidente eletto dall'assemblea dei soci è Emiliano Sampaolo, che succede a Nicoletta Corvi per ciò che riguarda la rappresentanza della cooperativa, la funzione di garante legale, del rispetto degli obiettivi sociali e come rappresentante esterno ed istituzionale.
Sampaolo, già componente del consiglio di amministrazione da 5 anni, oltre ad essere impegnato come educatore, è il responsabile delle attività e dei laboratori legati all'educazione ambientale della cooperativa, che da sempre rende unica nel suo genere l'offerta formativa di Eureka (che nel 2009 festeggerà i vent'anni di attività).
Rinnovata anche la carica di vicepresidente, per la quale è stato designato Andrea Villa, socio fondatore della cooperativa, responsabile del settore Servizi informativi e coordinatore del centro educativo "Piedi Allegri" di Piacenza.
Presidente e vice lavoreranno in team con un nuovo consiglio di amministrazione, composto da Tiziana Carrara, responsabile di tutti i centri educativi e aggregazione di città e provincia, Nadia Marazzoli, responsabile amministrativa della cooperativa, Barbara Rossi, coordinatrice del centro educativo "Saranno Famosi", Elena Rossi, coordinatrice del centro educativo "Scarapan", e Emanuele Vendramini, socio volontario e docente universitario.
Nuove sfide aspettano l'odierna organizzazione di Eureka. Ai nuovi amministratori il nostro augurio di buon lavoro e un saluto cordiale alla Presidente uscente Nicoletta Corvi.



L'hospice visto con gli occhi di chi soffre

«Vincere il pudore di raccontare il dolore più grande, la perdita della propria compagna di vita, per il "dovere civico" di dare testimonianza dell'attività svolta, con competenza e umanità, dagli operatori dell'hospice di Borgonovo». Con queste parole il giornalista e storico Fausto Fiorentini ha presentato "Oltre il dolore", dedicato alla moglie Gabriella. Il testo, pubblicato grazie alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, è stato presentato nell'auditorium dell'ente, mai così gremito e commosso. Gli onori di casa sono spettati al presidente della Fondazione, Giacomo Marazzi. «Quando il professor Fiorentini venuto a proporci la pubblicazione del testo - dice - abbiamo accettato con piacere: ha purtroppo vissuto in prima persona questa esperienza, ed un grande comunicatore. E queste sue qualità hanno consentito la realizzazione di un volume che spiega a tutti il grande lavoro svolto all'hospice di Borgonovo». Un luogo dove non si cura solo il corpo, ma dove si può trovare serenità. «Attraversare la malattia - dice il vescovo di Piacenza, Gianni Ambrosio - è un tunnel oscuro per tutti. Le nostre certezze vacillano. Ma proprio nel prendersi cura del malato e nell'essere assistiti scatta una scintilla, quella dell'anima e della spiritualità. E' questo ciò che fa l'hospice, e dobbiamo esserne tutti grati». Elena Marri, dirigente Regione Emilia Romagna, ricorda l'impegno profuso dall'ente: sul territorio regionale sono presenti ben 18 hospice, garantendo una copertura assistenziale dello 0,5 per cento, superiore a quella della media nazionale. «Nel piano sociale sanitario della Regione è previsto il completamento della realizzazione degli hospice», dice. In provincia nascerà quello di Piacenza, e dovrà dialogare con la struttura di Borgonovo». La parola è passata a Itala Orlando, responsabile dell'hospice, con i ringraziamenti dovuti prima di tutto al sindaco di Borgonovo, Domenico Francesconi, «perché ha dato esempio di come sia possibile creare una rete attorno ad un progetto come questo, e ringraziamenti doverosi vanno anche all'équipe, ai volontari, ai nostri ospiti, a Fiorentini». Il professor Ferdinando Arisi, critico d'arte, ha invece ripercorso la scelta delle immagini artistiche a corredo del testo, caduta sul pittore Francesco Ghittoni (sono presenti anche foto di Davide Rovani). Un saluto finale è arrivato dal sindaco Francesconi e dall'assessore ai Servizi sociali del Comune di Piacenza, Giovanna Palladini, che ha ricordato l'imminente scadenza del bando per l'hospice del capoluogo.
a conclusione, per tutti, una degustazione del vino "Girotondo", realizzato da imprenditrici della Valtidone. Parte dell'incasso per la vendita del prodotto verrà devoluto all'hospice

venerdì 3 ottobre 2008

Oltre il dolore. Il caso dell'Hospice di Borgonovo

Giovedì 9 Ottobre 2008 - ore 17:30 -
Auditorium della Fondazione
Presentazione del libro di Fausto Fiorentini

"L'Hospice è un posto dove si va a morire. E' un luogo comune molto diffuso, anche tra gli specialisti della medicina e della comunicazione. L'autore di queste pagine è partito da tale opinione dominante. Poi ha avuto la possibilità di conoscere il centro di cura di Borgonovo non per sua volontà, ma per consiglio di altri (probabilmente non lo avrebbe mai scelto) e ha dovuto ricredersi".

Introduce
Giacomo Marazzi, Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano


Contributi di:

Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio


Elena Marri, dirigente Regione Emilia Romagna


Itala Orlando, responsabile progetto Hospice di Borgonovo


Stefano Fugazza, direttore della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi

venerdì 26 settembre 2008

Sociale, tante pretese e poche risorse


I sindaci alla Conferenza sul welfare: «L'ente pubblico non può rispondere a tutto».



Il welfare statale non esiste più: prima di chiedere interventi in campo socio-sanitario bisogna rendersi conto delle reali possibilità degli enti locali costretti a fare i conti con i tagli imposti dal governo centrale. E promuovere, nel contempo, una "rete di comunità". Questo il messaggio lanciato dai sindaci e dall'assessore provinciale Paola Gazzolo durante la conferenza provinciale sul welfare. «Manca la cultura del limite: si pretende tutto e qualcuno deve rispondere - ha detto il sindaco di Piacenza, Roberto Reggi - ma io non ho risorse per programmare nulla, e fra un mese devo definire il bilancio preventivo 2009 del Comune». Reggi, insieme ai colleghi di Castelsangiovanni, Carlo Capelli, e Fiorenzuola, Giovanni Compiani, lancia un messaggio chiaro alle associazioni e agli enti che fanno parte della conferenza del Welfare.
«Bisogna puntare di più sulla comunità; non si può delegare al solo ente pubblico la soluzione dei problemi, mentre i bisogni aumentano».

La nostra parola d'ordine è combattere la povertà e la solitudine, però è fondamentale avere la cultura del limite.



Parole giuste: ma non è colpa del Governo o di qualcun altro.

Lo Stato ha cominciato a fare tagli nel suo bilancio e a cascata così devono fare tutti: è evidente!

Sono convinto da tanti anni che stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità e adesso dobbiamo sentire da un sindaco che non abbiamo la cultura del limite!!

Ma quale sindaco o Assessore regionale o Ministro ha mai insegnato agli utenti del servizio pubblico il concetto di limite?

La cultura del limite non fa parte della politica italiana e quindi non è conosciuta dai cittadini. Adesso il sindaco l'ha detto: che facciamo?

Non è che basta dirlo: dobbiamo organizzarci, dobbiamo fare qualcosa, sennò l'affrmazione del sindaco diventa un alibi dietro cui chiunque si occupi di welfare può nascondersi.

lunedì 15 settembre 2008

La chiave del benessere è nelle tue mani




L'associazione Manos sin fronteras da anni impegnata a migliorare la qualità della vita e sostere il diritto alla salute propone a Piacenza un corso sulla stimolazione neurale il 20 e 21 settembre prossimi presso la circoscrizione 3 in via Martiri della resistenza n°8/a.


Per iscrizioni rivolgersi al seguente numero 338.9712495.


La stimolazione neurale è una tecnica naturale di autotrattamento che con l'uso consapevole delle mani stimola alcune terminazioni nervose per ripristinarre l'equilibrio energetico dell'iorganismo e il benessere psicofisico

giovedì 11 settembre 2008

Hospice territoriale di Piacenza. Finalmente arriva il bando!!

Il bando per la realizzazione e gestione dell'Hospice di Piacenza alla fine è arrivato!!
Nella presentazione il Sindaco Reggi e il Direttore dell'Azienda Sanitaria locale hanno posto molta enfasi sulle caratteristiche positive di questo bando, ma, sinceramente, non si vede niente di nuovo. Si tratta di un bando normale per un hospice che non ha nulla di così innovativo.
Quello che invece non va è il controvalore. 192 euro al giorno sono pochi, pochissimi. Ci vuole di più per garantire un servizaio completo per 24 ore al giorno e per tutte le evenienze.
Non si dimentichi che chi avrà bisogno del servizio avrà si piacere di potersi collegare col computer o di disporre di una zona lettura ma, certo non per questo si sentirà tranquillo e, di sicuro, avrà bisogno di cure espletate da personale tecnico capace e formato specificamente. Ci vuole molto personale capace per coprire il fabbisogno di cura e ci vuole personale continuamente sostenuto e formato.
Di questo bisogna dar conto ai cittadini e non tanto perdersi nei commenti sui temi semplici e sulle illazioni su chi lo realizzerà.

giovedì 4 settembre 2008

La Provincia di Piacenza fa un sondaggio in rete. Primo esempio di e-democracy



La Provincia di Piacenza ha lanciato un sondaggio sulla valutazione della qualità dei servizi socio-sanitari.
Nel riquadro l'ass. Provinciale Paola Gazzolo

L’obiettivo è coinvolgere i cittadini per completare la raccolta di indicazioni e di istanze.
L’assessore provinciale Paola Gazzolo ha svolto già incontri per raccogliere le istanze delle comunità locali e gli esiti del sondaggio on line completeranno le informazioni. I contributi che i cittadini vorranno dare sono destinati ad arricchire i contenuti dell’atto triennale di indirizzo che, secondo quanto affermato dalla Gazzolo, sarà improntato al tema del decentramento dei servizi sanitari con lo scopo di garantire a tutte le aree del nostro territorio uguali disponibilità di servizio.



Per entrare attivamente in questa prima esperienza di e-democracy è necessario accedere al sito della provincia www.provincia.pc.it/partecipa .
Collegandosi alla sezione di Partecipa.Net, contenuta all'interno del sito della Provincia, dopo essersi iscritti, si potranno scaricare i documenti, ricevere la newsletter, nella quale verranno sviluppati i temi che porteranno alla elaborazione dell'atto triennale ed appunto partecipare ai sondaggi.
Per quanto riguarda i sondaggi bisogna iscriversi entro il 9 settembre, dal giorno successivo apriranno le consultazioni con un questionario per giudicare la qualità dei servizi nell'ambito socio-sanitario (area anziani, responsabilità genitoriali, infanzia, adolescenza e immigrazione) e sanitario (per giudicare cure primarie, servizi ospedalieri, servizi di emergenza-urgenza, consultori familiari).


In entrambi gli ambiti, gli utenti saranno chiamati ad esprimersi sull'adeguatezza dei servizi ad essi collegati, oltre che sulla qualità degli stessi, con quattro gradi di giudizio: da altamente insufficiente a molto buono.


Per votare ci sarà tempo fino all'ultima settimana di settembre.


Invito tutti a partecipare, mi sembra molto interessante!!!

venerdì 22 agosto 2008

Fiorenzuola: si cerca sede e personale per l'Ufficio di piano per il sociale


La dottoressa Franca Cordani, già responsabile del Servizio Assistenza Anziani del distretto, è stata individuata come Responsabile dell'Ufficio di Piano.
(A Franca Cordani, un saluto e un augurio di buon lavoro in questo nuovo importante incarico)

L'Ufficio di Piano sarà composto complesivamente da otto figure e per reclutare quattro di queste è stato aperto dal Comune di Fiorenzuola il bando che scadrà il 1° settembre (affisso all'albo al piano terra del municipio, oppure pubblicato sull'albo virtuale del sito del Comune).«Si tratta di individuare - spiega l'assessore alle politiche sociali Angelo Mussi - i quattro referenti tecnici delle rispettive aree in cui si dividono le azioni socio sanitarie: area famiglia e minori (con infanzia, adolescenti e giovani), area disabili, area adulti (che comprende problemi legati all'immigrazione, povertà ed esclusione sociale, dipendenze e disagio psichico), ed infine area anziani».

A fianco l'ass. Mussi

Per scaricare il bando e fac simile di domanda clicca sul link:

http://www.comune.fiorenzuola.pc.it/bando.asp?idb=148&idbox=29&idvocebox=74

giovedì 14 agosto 2008

Un pensiero per Renato Martina


Apprendo la notizia della scoparsa di Renato martina dalla Libertà del 14 agosto.
Non ho molto da dire, tranne che mi dispiace. Sinceramente e profondamente mi dispiace per un setimento di solidarietà umana e in particolare perchè l'ho conosciuto bene come amministratore dell'Andreoli e di R&G Servizi. Un amministratore serio in un'epoca difficile, segnata da logiche spesso solo opportuniste. Lui non era così, lo ricordo con stima.

giovedì 7 agosto 2008

Un saluto agli amici dell'Andreoli!



Una fattoria all'Andreoli:
si coltivano ortaggi e si allevano polli


Fattoria Girasole!
Buona idea: già Girasole era un buon nome e ora "Fattoria Girasole" è proprio bello!!
L'idea non è nuova, già negli scorsi anni l'esperienza delle coltivazioni di orto e giardino avevano funzionato con gli ospiti. Ora vedo con piacere che l'attività si è intensificata ed ha avuto una certa formalizazione.
Apprendo dalla "Libertà" che la nuova "azienda" agricola impegna ogni giorno una squadra composta da Luciano, Vittorio, Paolo, Sandro, Carlo, Gianguido e Arnaldo che sono alcuni degli ospiti del reparto Girasole dell'Andreoli i quali hanno deciso di prendere parte al progetto lanciato nei mesi scorsi dall'educatrice Marisa Tacchi insieme all'aiuto educatore Giuseppe Ghizzoni. Un solo peccato: che non ci sia neanche una donna!

Bravi a tutti quanti e un saluto particolare agli ospiti che ho conosciuto e che ricordo con grande simpatia!

Renato



Anche Piacenza a due volti nell'Italia del disagio e delle eccellenze



La ricerca di Confcommercio e Legambiente, in collaborazione con Serico-Gruppo Cresme.



I dati della ricerca sono stati recentemente presentati nel"Rapporto di Confcommercio e Legambiente sul disagio insediativo". Lo studio, che ha riguardato tutto il territorio nazionale, ha tenuto conto di diversi indicatori economici e sociali come densità demografica, età e natalità, numero per nucleo e per abitazione, negozi, reddito pro capite e depositi, autovetture circolanti, ricettività turistica, servizi medici e sociali ecc..
Ben 3.556 sono i piccoli comuni dove calano le nascite, aumentano gli anziani, l'economia rallenta e non c'è lavoro, contro i 2.830 di dieci anni fa.
Nel 2016 la stima è che potrebbe essere ancora peggio, con 4.395 comuni in grave difficoltà, cioè più della metà degli 8.101 comuni italiani.
La maggior parte di questi comuni sono al Sud e lungo la dorsale appenninica.

Piacenza presenta un’immagine differenziata in tra zone distinte.
Si va da una situazione di crescente difficoltà nell’area collinare e montana dove si registra un calo costante di popolazione con un'elevata percentuale di ultrasessantacinquenni, ad un gruppo di comuni sopra la media con benessere diffuso e produttività alta. In particolare godono di questa buona situazione i comuni della Media Valtidone e della bassa e media Valnure.
In mezzo una decina di comuni definiti "bravi ma statici" tra cui il capoluogo, che hanno consolidato una certa posizione di benessere, senza rischiare di perdere posizioni ma nemmeno di guadagnarne
Secondo il rapporto la maggior parte dei comuni in difficoltà ha tuttavia una possibilità per il futuro essendo caratterizzati da una «spiccata vocazione turistica» che potrebbe, in chiave futura, far diventare tali paesi «i comuni del buon ritiro».

Se desideri leggere il rapporto e altri commenti clicca sul link

http://www.confcommercio.it/home/Pezzo.doc_cvt.htm


Come si vede dalla cartina i comuni montani sono stati oggetto di interventi a cura della Regione negli scorsi anni, in particolare in applicazione del c.d. Obiettivo 2. Cioè il programma europeo, elaborato localmente dalla Regione, di sostegno allo sviluppo dei territori che aveva lo scopo di favorire la crescita economica e sociale delle aree con difficoltà strutturali, eliminando le disparità tra i territori regionali. Obiettivo 2 ha fornito alle imprese e alle realtà locali strumenti, fondi e opportunità; il tutto coerentemente a una strategia di valorizzazione e integrazione dei territori e di uno sviluppo di qualità che sia contemporaneamente rispettoso dell´ambiente.
Il programma Obiettivo 2 ha finanziato complessivamente, attraverso il "Sostegno alla imprese" (Asse 1), 1.661 progetti per un totale di 250,7 milioni di euro di investimenti attivati e 58,6 milioni di euro di finanziamenti Obiettivo 2.
Dati al 31/05/2005
Nel 2006 il programma Obiettivo 2 si è concluso con un discreto bilancio dei risultati rag
giunti.






Per una maggior informazione accedi al sito cliccando sui link:
Finanziamenti alle imprese (Asse 1): obiettivi e progetti realizzatiSviluppo del territorio (Asse 2): obiettivi e progetti realizzati

Le misure dell´Asse 1 - Sostegno alle imprese
Dati di sintesi per misura

Cliccando sul link è possibile approfondire i risultati del sostegno alle imprese (Asse 1).
Provincia di Piacenza

È evidente che gli interventi non sono stati sufficienti per sconfiggere un fenomeno che ha tutta l’aria di essere irreversibile. È iniziato tanto tempo fa con il rinnovamento dell’agricoltura e l’avvio di grandi masse verso la città che offriva il lavoro delle industrie, oggi anche questo è diminuito ma di sicuro se offre ancora qualcosa lo fa lungo le grandi reti di comunicazione cioè la via Emilia, le autostrade, la ferrovia e un giorno magari… il Po!




La montagna?
Un buon posto per stagionare i salumi,
per vivere alcuni anni sereni da anziani
e, perché no? anche per abitarci,
per i lavoratori del futuro,
quelli che sposteranno il loro pensiero
coi mezzi comunicazione
anziché spostare il proprio corpo
per andare al lavoro!

Tornerà, spero, la possibilità di vivere fuori dal traffico, fuori dalla nebbia e dallo smog, dalle polveri sottili e tutto il resto..Tornerà per le prossime generazioni e potrebbe tornare anche per quelli che non lavoreranno “in internet”se magari si ricupererà un sistema di trasporto che aveva avuto un enorme successo nella prima metà del secolo scorso e che poi è stato abbandonato per lo sviluppo della motorizzazione di massa.
Qualcuno ricorderà i “trenini delle valli” tutti almeno hanno visto le cartoline d’epoca.

Tutte le ferrovie locali sono state smantellate: belle, pulite, veloci, silenziose e sono sparite!!


C’è stata mai una “Comunità Montana” che oltre ad attività clientelari abbia pensato ad un progetto del genere? Dico, almeno pensato..!

mercoledì 6 agosto 2008

Soddisfazione di Reggi per il decreto sicurezza che da più poteri ai sindaci

Lotta ancora più efficace allo sfruttamento della prostituzione e a quelle abitazioni fatiscenti in cui sono ospitati spesso abusivamente decine di stranieri. Sono queste le due nuove opportunità che apre per Piacenza il decreto con cui il ministro Roberto Maroni concede maggiori poteri ai sindaci. Il sindaco Roberto Reggi commenta «Ero tra coloro che aveva sollecitato questo tipo di decisione da parte del governo e non posso che dare un giudizio positivo del suo arrivo. Il ministro è stato di parola, recependo le nostre richieste: non solo ordine e disciplina, con i militari per strada, ma qualità urbana, rispetto della legalità, convivenza e coesione sociale».



Cosa cambierà per la nostra città? «Innanzitutto alcune mie ordinanze che risalgono già a un paio di anni fa vengono pienamente legittimate, mentre prima potevano essere considerate un po' al limite. E avremo l'opportunità di emanarne altre ancora più incisive, ad esempio per contrastare lo sfruttamento della prostituzione o per far sistemare quelle strutture fatiscenti in cui spesso sono ospitati decine di stranieri in condizioni pessime. L'unico limite del decreto - conclude - riguarda l'impossibilità dei sindaci di accedere direttamente alle forze di polizia statali, nelle realtà dove c'è qualche conflitto tra Comune e questura potrebbe sorgere qualche difficoltà. Ma fortunatamente non è un caso che riguarda Piacenza, dove c'è un ottimo rapporto tra tutte le forze».



Da "Libertà" del 6 agosto

Ultracentenaria a Podenzano



Nonna Emilia compie 102 anni
Il sindaco: «La storia di Podenzano è un po' anche la sua»


Sembra che il tempo non abbia effetto su di lei. Emilia Bonini, nata il 5 agosto del 1906, ha festeggiato ieri 102 anni. La sua famiglia, che conta in tutto 72 persone, le ha fatto una grande festa nella giornata di domenica e ha poi anche ricevuto un augurio dall'amministrazione comunale.

Il sindaco di Podenzano, Alessandro Ghisoni, e l'assessore alle politiche sociali, Fiorenzo Piccioli, hanno raggiunto la signora Emilia nella sua casa dove li ha accolti facendo gli onori di casa e bevendo il caffè con loro.

Il sindaco le ha donato una copia del libro di foto storiche "Album di famiglia" sul quale anche lei è ritratta mentre lavora nei campi di pomodoro.
Dal quotidiano "Libertà" del 6 agosto

giovedì 31 luglio 2008

Cooperative sociali: firmato il contratto

Interessati 2500 lavoratori piacentini. Aumenti medi di 130 euro lordi mensili

(c.p.)A oltre due anni e mezzo dalla scadenza (dicembre 2005), è stato rinnovato mercoledì il contratto nazionale che riguarda i dipendenti delle cooperative sociali. Un contratto collettivo che interesserà 2500 lavoratori e, in particolare, lavoratrici piacentini (oltre 180 mila in tutta Italia) occupati, in particolare, nel settore assistenziale ed educativo per esempio in case di riposo o di cura, nei centri educativi, asili nido privati o nell'assistenza domiciliare agli anziani.



«Era ora - commenta Stefano Borotti, responsabile delle relazioni sindacali per Confcooperative - Federsolidarietà -. Il contratto era scaduto da oltre due anni e mezzo e il suo rinnovo era molto atteso da tutti i lavoratori del settore. Una situazione diventata insostenibile per i lavoratori che aveva portato addirittura a uno sciopero - mai successo prima - per veder riconoscere finalmente una maggiore soddisfazione economica e che sancisse al tempo stesso il riconoscimento dell'importanza sociale del loro lavoro. Oggi possiamo dirci soddisfatti, sia per l'aumento salariale ma anche per alcune importanti novità che sono state introdotte nel contratto». Novità che riguardano il «nuovo sistema classificatorio del personale da tempo rivendicato e la maggiorazione salariale del 15 per cento per quanto riguarda il lavoro domenicale e festivo». Ma veniamo agli aumenti. «Un IV livello (un livello medio) - spiega Borotti - avrà a regime un aumento di 130 euro lordi mensili: circa 50 euro in più dal gennaio 2008 (gli arretrati da gennaio a luglio saranno erogati in due tranche a settembre e ottobre 2008). Nuovo aumento a gennaio 2009 per arrivare a regime contratto (con 130 euro lordi mensili in più) a dicembre del 2009». Per quanto riguarda il 2006/2007 - periodo in scadenza del contratto - è stata stabilita una cifra forfettaria che verrà erogata nella busta paga di agosto. In merito, invece, alla nuova classificazione del personale «si è passati da 10 a 13 posizioni economiche suddivise in 6 categorie, tra le quali è stata introdotta la figura dell'operatore socio sanitario distinta dall'assistente di base, quando questa sia effettivamente operante in servizi e strutture socio-sanitarie. In questo caso l'aumento, rispetto ai 130 euro di un IV livello, sarà di 170 euro mensili lordi».

Soddisfazione anche da parte dei rappresentanti sindacali piacentini della Funzione Pubblica.


«Il nostro giudizio sulla chiusura del contratto è abbastanza positivo - spiega Gaetano Bonetti, Funzione pubblica Cgil -, anche perchè arriva dopo due anni e mezzo di trattative complicate. Importante anche il riconoscimento degli Oss che dà modo a diversi lavoratori che operano nelle strutture di vedere riconosciuta la loro professionalità. Anche il nuovo sistema di classificazione basato su aree dà modo di meglio valutare e valorizzare gli operatori. Significativo anche l'incremento economico che non va a recuperare quanto perso nel biennio, ma è comunque un segnale importante. Per noi, comunque, non è un punto di arrivo ma di partenza: nel senso che già dalla prossima primavera si comincerà a lavorare alla nuova piattaforma unitaria».






Anche per Guglielmo Gobbi (Funzione Pubblica Cisl) «è un momento di soddisfazione: perchè finalmente si arriva a una risposta positiva dopo mesi e mesi di lavoro a livello nazionale ma anche locale».




«Un buonissimo contratto - per Alessandro Grosi, Funzione Pubblica Uil - che permette ai lavoratori di recuperare una serie di benefici anche economici. Importante il riconoscimento degli Oss. A questo punto va detto che noi vorremmo che ai lavoratori delle coop. venisse riconosciuta la stessa dignità professionale di altri tipi di contratto».01/08/2008


Sarebbe interessante leggere qualche commento dai diretti interessati!!!!

Dalla Regione risorse per strutture socio assistenziali


Ricordiamo che è possibile far domanda.


Oltre 37 milioni di euro da destinare a strutture di accoglienza per disabili, minori, donne sole con figli o vittime di violenza, anziani, immigrati e persone in estrema povertà, ma anche a case con servizi per non autosufficienti e ad alloggi sociali temporanei per italiani e stranieri

Con un investimento complessivo di 37,443 milioni di euro per il 2008 è stato approvato dalla Giunta il programma regionale di risorse da assegnare a Comuni, Aziende Usl, Aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp) e soggetti privati no profit (che hanno aderito ai Piani attuativi locali approvati dai Comitati di Distretto) per la costruzione, l’acquisto o la ristrutturazione di immobili destinati a strutture socioassistenziali e sociosanitarie, alloggi con servizi per persone non autosufficienti e “alloggi sociali”, aperti a italiani e stranieri, finalizzati a offrire una sistemazione in attesa di un alloggio definitivo.

Per scaricare la delibera:

Piacenza - Consultazioni di politica sanitaria

E' iniziato ufficialmente, con l'incontro dei rappresentanti delle tre centrali sindacali, il percorso di consultazione voluto dalla conferenza sociosanitaria con tutte le istanze della comunità locale. Obiettivo dell'iniziativa è raccogliere indicazioni utili a rendere l'atto di indirizzo pienamente adeguato ai bisogni sociosanitari della nostra comunità. Si è provveduto alla definizione, oltre che delle linee guida, del Profilo di comunità, realizzato da un gruppo costituito da Provincia, Distretti socio-sanitari ed Azienda Usl, con il supporto dell'Università Cattolica locale e di 60 operatori sociali e sanitari, sia pubblici sia del privato sociale. Dal Profilo, presentato ai sindaci piacentini nella seduta del 7 luglio scorso, emerge un'immagine di una comunità con una buona offerta di servizi sociali e sanitari, ma con diversi problemi da risolvere. In particolare l'analisi ha messo in evidenza, tra i problemi emergenti, la fragilità familiare, il disagio abitativo, le nuove forme di vulnerabilità sociale derivate da crisi familiari o economiche, e dalla precarietà occupazionale delle giovani coppie, il disagio degli immigrati soprattutto rispetto ai ricongiungimenti familiari ed all'integrazione adolescenziale di seconda o terza generazione, il disagio psichico e relazionale di giovani e adulti, anche per l'abuso di sostanze o alcol l'emergere di forme di isolamento tra la popolazione anziana con il crescere di nuclei familiari composte da una sola persona.Le linee guida, ha sottolineato l'assessore provinciale ai Servizi sociali Paola Gazzolo, a questo proposito individuano una serie di obiettivi in grado di migliorare il sistema socio-sanitario piacentino: l'associazionismo dei Comuni, l'integrazione socio-sanitaria, la ri-assunzione delle deleghe socio-assistenziali da parte delle amministrazioni comunali, la realizzazione di un sistema informativo integrato socio-sanitario, il sistema dell'accesso e lo sportello sociale, la rete dei servizi sanitari, territoriali ed ospedalieri, l'equità dei servizi socio-sanitari in tutto il territorio ed in particolare nell'area montana. Questa fase di concertazione con i sindacati proseguirà in settembre all'interno del tavolo permanente di confronto aperto con le parti sociali dalla conferenza sociosanitaria.

Copelli CGIL
"Il mio commento non può che essere positivo. Tutto questo è frutto della collaborazione avviata tra Ausl, conferenza sociosanitaria e distretti. Certo, esistono dei temi da tenere sotto controllo: le esigenze dei residenti in montagna e le dimissioni protette. Ma vediamo che è passato un nuovo modo di essere, di programmare e offrire i servizi socio sanitari, grazie ad una maggiore collaborazione dei Comuni e dei medici stessi, che si sono organizzati su territorio in medicine di gruppo".

Busca CISL
"Positivo ma non sufficiente. E' difficile, sulla base dei dibattiti ai quali abbiamo assistito nelle precedenti riunioni delle conferenze sociosanitarie, affermare che esiste un buon dialogo e rapporto interistituzionale -Altro aspetto da sottolineare la sovrabbondanza di alloggi a libero mercato contro la necessità di abitazioni per la fasce più deboli -Ma la domanda di fondo è come sia possibile far collimare le esigenze contenute nel documento con le linee di indirizzo. Esistono le risorse necessarie? Ad esempio è inaccettabile che non si riescano a reperire le professionalità da utilizzare in aree meno appetibili del Piacentino. I servizi devono essere omogenei"

Borotti UIL
"Il percorso intrapreso va bene. Ma le linee di indirizzo devono tenere conto delle esigenze espresse nel Profilo di Comunità -Gli interventi devono garantire standard omogenei, per offrire agli utenti le stesse opportunità. Questo è possibile solo mettendo a disposizione risorse economiche e umane -Il passaggio da 4 a 3 distretti, deliberato nello scorso autunno, ha fatto sì che in alcune realtà della nostra provincia il quadro fosse meno omogeneo. E' quindi necessaria una maggiore collaborazione tra distretti, per dare un giusta risposta alle necessità di una realtà variegata come la nostra"

mercoledì 30 luglio 2008

ANOSS - Eletto il Direttivo locale

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dapero ricerca sociosanitaria: ANOSS - Eletto il Direttivo locale

I nonni? Ambienti climatizzati

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dapero ricerca sociosanitaria: I nonni? Ambienti climatizzati: "Link"

Notizie di oggi da "Libertà"


Anziani stressati dal caldo
Idratazione, frutta fresca e piccole "fughe" in piscina


Per capire come in Valtidone si affronta questa questione, ci siamo rivolti alle due strutture protette: l'Istituto Enrico Andreoli di Borgonovo Val Tidone e la Casa Protetta Albesani di Castelsangiovanni

Barbara Fantoni (Coordinatrice C.P. Andreoli)
Occorre che l'idratazione degli ospiti sia continua. Per questo offriamo bibite fresche a intervalli regolari durante il giorno. Ma non tutti gli anziani si trovano nelle condizioni di usufruire del carrello delle bibite: nei casi più gravi si deve ricorrere, infatti, a terapie infusive (come le flebo) o all'aquagel per i problemi di deglutizione. Queste misure sono, chiaramente, integrate all'uso combinato dell'aria condizionata e dell'impianto di deumidificazione.
Stiamo attenti a evitare le ore più calde per quanto riguarda le attività fuori dalle mura dell'istituto, anticipando le uscite nella mattinata o posticipandole nel tardo pomeriggio e, infine, sono previste delle piccole "fughe" due volte a settimana alla piscina comunale di Borgonovo dove, oltre a cercare refrigerio, gli anziani ospiti ne approfittano per svolgere anche attività motorie.
Ma la vera novità di quest'anno è la creazione di un piccolo orto-fattoria all'interno dell'istituto, dove, sotto la direzione di Marisa Tacchi, i pensionanti si dilettano nella coltivazione degli ortaggi e nella cura degli animali (galline, conigli); il luogo, attrezzato di gazebo e di apposite strutture, s ionfine i presta anche a fresche merende a base di angurie o gelati .

Angelo Lavelli (Presidente Albesani)Non abbiamo mai avuto problemi riguardo al caldo, tutta la struttura e ogni suo singolo locale è dotato di aria condizionata fissata ad una temperatura stabilita dal medico, al fine di avere il clima ottimale per i nostri ospiti.
La Casa Protetta Albesani non può permettersi molte attività esterne in quanto la quasi totalità dei 140 anziani ospitati non è autosufficiente: è proprio la caratteristica della struttura quella di occuparsi di ospiti di una certa gravità; tuttavia per chi è condizioni migliori non mancano le attività di coinvolgimento sociale Anche all'Albesani il problema caldo si combatte con l'idratazione continua e con particolare attenzione che gli alimenti

Ricordiamo agli operatori delle strutture il servizio offerto dall'ARPA
Cliccate il link: http://www.arpa.emr.it/disagio/






Anziani, nasce un centro di riabilitazione
Al Verani in arrivo servizi per pazienti con problemi ortopedici e neurologici



FIORENZUOLA - La Fondazione Verani si prepara ad aprire a pazienti esterni, di età superiore a 65 anni, per interventi di riabilitazione, sia motoria che cognitiva.



«Le richieste che si arrivano per questo tipo di bisogni sono tantissime - dice la direttrice Claudia Ghisoni -. Ci sono pazienti con problemi ortopedici, ma anche neurologici: persone che hanno un iniziale decadimento cognitivo e possono recuperare con la sollecitazione di funzioni cognitive, memory training e altre tecniche. In tanti ci chiedono sostegno anche su problemi di schiena, di articolazioni, o di post-trami ortopedici. Ora siamo in fase di richiesta e rilascio autorizzazioni, ma abbiamo intenzione di sistemare alcuni ambienti riabilitativi, per una palestra dedicata, tre box e uno studio».
Il centro Verani è un osservatorio privilegiato, vista la vicinanza e le sinergie con la medicina di gruppo "Rose Selvatiche", dove è impegnato il dottor Mauro Bonomini, direttore sanitario del "Verani". Si cerca di conoscere i reali bisogni delle persone e di dare risposta. In questo caso c'è un sostegno alla domiciliarità: il centro Verani, convenzionato con l'Ausl per i posti letto e per il centro diurno demenze, si prepara insomma ad allargare la sua funzione, oltre a quella del ricovero in struttura.




Il caso



Parlano i responsabili dell'associazione culturale "bocciata" dal Comune:
«Centro islamico, ci proveremo di nuovo»
Il vice sindaco Francesco Cacciatore: le regole valgono per tutti, italiani e stranieri




Nessun disappunto grave tra i responsabili dell'Associazione culturale islamica di Piacenza dopo il semaforo rosso scattato dal Comune. L'associazione aveva presentato a Palazzo Mercanti un'istanza per sapere, in via preliminare, di essere o no in possesso dei requisiti per procedere al cambio d'uso di locali ove insediare un futuro Centro islamico.

Uno dei requisiti richiesti all'associazione (la cui dicitura ufficiale è "Associazione culturale islamica di Piacenza", nata all'inizio del 2008) è quello di possedere un'anzianità di vita di almeno dodici mesi per poter essere iscritta in un apposito registro (e ciò al fine di godere del beneficio edilizio del cambio di destinazione d'uso dei locali).


«Andremo avanti», ribadiscono i proponenti, nel sottolineare con fermezza che il Centro ipotizzato all'ombra del Gotico come luogo di incontro «non è una moschea: nessuno ha chiesto al Comune la possibilità di fare una moschea a Piacenza, questo deve essere ben chiaro».



Sul caso interviene il vice sindaco Francesco Cacciatore.


Istanza bocciata per "vizi formali"? «A me - puntualizza Cacciatore - piace parlare di rispetto delle regole, regole che devono valere per tutti, italiani e non italiani: i permessi di soggiorno scaduti andrebbero regolarizzati. Il fatto di fare presente che questi requisiti dei soggetti che richiedono benefici non c'erano, possono esser chiamati vizi formali, io credo che sia un rispetto di regole che vale per tutti.



Comune-pensionati: c'è l'accordo









Da Farini 118mila euro per il sociale


Farini - Raggiunto l'accordo tra organizzazioni sindacali dei pensionati (Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil) e il Comune di Farini. Un patto a tutela dei pensionati che contempla le misure messe in atto dalle singole amministrazioni per consentire di recuperare il potere d'acquisto delle pensioni. Poi, nell'ambito della piattaforma, ogni Comune opera in base alle esigenze del territorio e in base a scelte politiche. Dunque, considerato che "i meccanismi di restrizione delle ultime leggi finanziarie non permettono margini di intervento sul bilancio comunale - si legge nel verbale di incontro tra Comune e organizzazioni sindacali -, l'istituzione di nuovi servizi o modifiche rimangono da costruire e pensare a livello distrettuale in relazione alla distribuzione del fondo regionale per la non autosufficienza e alla costituzione dei nuovi distretti". «Farini, in totale, destina per il sociale - spiega il sindaco Antonio Mazzocchi - 118 mila euro, cifra maggiore rispetto al 2007. Abbiamo aumentato il numero di ore per quanto riguarda l'assistente sociale, potenziato il servizio di assistenza domiciliare, mentre è di 39 mila euro la cifra per anziani e minori distinata al Distretto». Sicuramente, per quanto riguarda l'assistenza agli anziani, i servizi e gli interventi ipotizzati sono per lo più rivolti a fare in modo che l'anziano rimanga nel proprio domicilio. Il Comune per l'anno in corso, si diceva, ha ampliato le ore di presenza dell'assistente sociale passando da 18 alle attuali 24 ore settimanali per 30 mila euro. Per quanto riguarda l'assistenza domiciliare il costo a bilancio è pari a 37.700 euro. Inoltre, il Comune fornisce gratuitamente l'apparecchio di telesoccorso





Accordo col comune di Ziano


ZIANO - E' stato raggiunto nei giorni scorsi l'accordo tra il Comune di Ziano e le organizzazioni sindacali dei pensionati. Dal quadro, emerge chiaramente come l'amministrazione abbia mantenuto tutti i servizi erogati nel 2007, migliorandoli in alcuni casi, senza aumentare le tasse comunali. «E' da sottolineare come la quota delle spese per le politiche sociali si attesti intorno al 30 per cento delle spese totali del Comune - precisano il sindaco Enrico Franchini e l'assessore ai Servizi sociali Gianni Sechiari -. Il dato indica a chiare lettere come l'impegno della nostra amministrazione sia forte e costantemente migliorato nell'assistenza alle persone».









Ospiterà dodici anziani autosufficienti
Il recupero è stato possibile grazie a un finanziamento di 434.777 eur





Morfasso


Nel vernacolo piacentino quando si dice di un "Filoss" si intende la veglia serale che un tempo si teneva dinanzi al fuoco del camino o al tepore emanato dalle bestie della stalla, il capannello stesso di contadini intenti a contar storie e problemi di tutti i giorni fintanto la stanchezza non aveva il sopravvento. Dalla ristrutturazione e ampliamento dello storico fabbricato comunale, situato nell'ultimo lembo abitato della periferia del paese, a ridosso della provinciale che conduce a Prato Barbieri, si sono ricavati sei mini alloggi capaci di accogliere in un prossimo futuro dodici anziani autosufficienti: ogni appartamentino è composto di una camera da letto, di un piccolo soggiorno con angolo cottura e, naturalmente, di servizi igienici. Nel piano terra, inoltre, è stata ricavato un ampio salone ricreativo, dove fare "Filoss" appunto, nel quale gli ospiti possono accedere con l'ascensore. Certo, alcuni dettagli sono in via di perfezionamento e il complesso, che nel centro del capoluogo ha visto sorgere di pari passo una struttura gemella chiamata semplicemente Casa Protetta (da non confondersi con il Soggiorno Santa Franca di matrice parrocchiale), per entrare in funzione dovrà poi affidarsi ad una figura professionale esperta che sappia innescare il meccanismo e "prendere per mano" queste due nuove realtà. Le spese totali sostenute per riportare in auge l'ex Lazzaretto, ora "Filoss", ammontano a 434.777 euro, finanziate in base alla delibera di Consiglio regionale del 17 giugno 2003 n.490 su richiesta dell'amministrazione comunale del sindaco Marco Rigolli, e fino al 12 marzo dell'anno scorso, giorno questo in cui sono iniziati i lavori, nel locale avevano sede l'Avis e, da quasi trent'anni, la pubblica assistenza Croce Verde con la guardia medica.



Considerata la bellezza dei luoghi... tutti vorremmo sperimentare una residenza serena e tranquilla, a maggior ragione in una struttura nuova e con un'adeguata professionalità nella gestione dei servizi!.

Si faccia avanti chi si propone per la gestione!!!.