sabato 30 gennaio 2010

Sabato 6 febbraio - Un seminario su immigrazione e integrazione

Piacenza: terra di integrazione
Seminario pubblico

Sabato 6 febbraio 2010 ore 15,00
Auditorium S.Maria della Pace
Via Scalabrini, 19 PIACENZA


Programma


Saluti

Pierpaolo Gallini, Assessore provinciale alle Politiche sociali
Giovanna Palladini, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Piacenza



Interventi:

Paolo Bonetti, Università degli studi di Milano-Bicocca, membro del Consiglio Direttivo ASGI (Ass. per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione):
Diritto, Immigrazione e Cittadinanza: Integrazione intesa come fenomeno complessivo di un’intera comunità

Nicola Di Pirro, Coop Interculturando:
C'è un tempo per...l'integrazione: restituzione e commento dei Focus Group svoltisi con gli operatori delle pubbliche amministrazioni nei Distretti di Levante e Ponente


Approfondimenti:

“Le generazioni ponte”

Stefano Sandalo, Coop. L'Arco:
Lo stato di attuazione nella provincia di Piacenza del Progetto P2P

Sun Wen Long, Rete TogethER:
La Rete regionale delle associazioni di seconde generazioni

Tahar Lamri, Rete MIER – Rete dei media interculturali della Regione Emilia-Romagna:
Lo sguardo dei Media

Ljerka Davidovic, mediatrice professionale che da anni opera nelle istituzioni scolastiche piacentine:
Esser genitori oggi in una società interculturale

A due voci:

Domande dei giornalisti Patrizia Soffientini di Libertà e Marcello Pollastri di Cronaca

Dibattito

Moderatore: Edvin Shehu, mediatrice interculturale



Che cosa si intende oggi per
integrazione? Per dare risposta a tale
interrogativo, vedendo i numeri
dell'immigrazione a Piacenza, abbiamo
optato per un approccio più concreto,
concentrandoci sulle conseguenze in
termini di mobilità economica e sociale,
istruzione, sanità, servizi e
partecipazione.
Per apportare miglioramenti in tali sfere
sono fondamentali due processi:
l’eliminazione delle disuguaglianze e
l’acquisizione di competenze. Tali sfide,
in Europa come a Piacenza,
costituiscono il nucleo stesso delle
politiche di integrazione, muovendosi su
due dimensioni: l'integrità della persona e
l'interazione positiva.
Questi due aspetti sono strettamente
legati fra loro, poiché la pacifica
convivenza richiede che nessun gruppo
viva l'altro come fonte di comportamenti
nocivi per la propria integrità.
L’integrazione tra cittadini su uno stesso
territorio è,infatti, un processo in cui
rientrano diversi fattori complessi: la vita
familiare e lavorativa, l’istruzione, il
volontariato, le religioni, il dialogo sociale.
I cittadini del nostro territorio si trovano
quindi non ad integrarsi in una società
statica, ma a dover fare i conti con
meccanismi sociali mutevoli.
L'integrazione cui si fa riferimento è al
contempo quella dei cittadini immigrati
stanziati sul territorio e quella dei
nazionali. Solo partendo dalla difesa di
entrambe è possibile costruire le
premesse necessarie per un'interazione
a basso conflitto.

Per informazioni rivolgersi in Provincia
Ufficio “Sistema Sociale e Sociosanitario”

Piazzale Marconi – Borgo Faxhall
Piacenza

Tel.: 0523/795570 - 534
E-mail: stefania.tagliaferri@provincia.pc.it

mercoledì 27 gennaio 2010

La Provincia e le associazioni di promozione sociale. Incontro con l'ass. Gallini

L’incontro promosso dalla Provincia di Piacenza per incominciare a definire un piano per l’associazionismo di promozione sociale si è tenuto lunedì 25 gennaio nella sede di via Garibaldi, 50.


L’assessore ai servizi sociali,Gallini, ha aperto i lavori con una relazione che di seguito viene sintetizzata.

Definisce prima di tutto importante l’incontro coi rappresentanti della associazioni di promozione sociale perché queste costituiscono una forza non trascurabile perché:

• sono un elemento centrale nella costruzione del welfare locale,

• rappresentano un’esperienza di cittadinanza attiva che fa crescere la comunità,

• sono in grado di offrire autonomamente dei servizi qualificati al contesto locale.

Nella consapevolezza dell’impegno delle associazioni, è un atto di buona amministrazione porsi in posizione di ascolto e fare attenzione alle soluzioni che possono essere proposte. C’è un interesse a sviluppare relazioni basate sulla fiducia e sulla collaborazione.

La Provincia, nell’ambito delle sue funzioni di indirizzo, assume la responsabilità di predisporre piani per il sostegno dell’associazionismo e ciò allo scopo di sostenere l’insieme, il complesso delle associazioni, e non singole iniziative. Viene ricordato che nel corso degli anni sono state individuate iniziative che hannpo riguardato:

• gli aspetti contrattuali delle associazioni,

• le loro capacità di comunicazione,

• la sostenibilità dei loro interventi specifici.

L’ufficio Politiche Sociali, nel 2009, ha proseguito in un lavoro di consulenza alle associazioni soprattutto per quanto riguarda gli aspetti giuridico-amministrativi e, sempre nel 2009 è stata attivata una collaborazione coi giornalisti Tiziana Pisati e Pietro Boglioli per sostenere l’impianto redazionale del portale “Piacenza provincia solidale”. Questi elementi consentono alle associazioni di porsi come soggetto stabile e di essere in grado di comunicare e di fare rete.

Il servizio di consulenza sostiene le procedure necessarie per sviluppare le relazioni con contenuti formali, mentre il portale deve essere come una “piazza” che favorisca l’incontro. Oltre la metafora il portale costituisce l’occasione per favorire quel dialogo tra le associazioni necessario alla costituzione del forum provinciale del terzo settore. Il forum – la cui costituzione è ampiamente sostenuta dall’amministrazione provinciale – è la sede permanente del confronto fra i soggetti del terzo settore e le istituzioni locali, una sede in cui anche il mondo della promozione sociale può esprimere la propria collaborazione fattiva.

L’assessore sottolinea che è opportuno proporre il consolidamento di quelle iniziative che hanno promosso un più ampio dialogo tra le associazioni a cui vede l’opportunità di aggiungere particolari momenti formativi nell’ambito del fund raising per migliorare le competenze nell’ambito della comunicazione che permetta di incontrare più facilmente i sostenitori. Per questo si può attivare una collaborazione con l’Università Cattolica, in particolare col professor Vendramini per un corso dedicato alle associazioni iscritte.

A questo punto l’assessore chiude la relazione e lascia la parola per raccogliere opinioni e suggerimenti.

Taverna (Unione Naz. Ciechi) esordisce dicendo che tutte le associazioni hanno bisogno di risorse, ma è chiaro che non si può pretendere fondi pubblici e allo stesso tempo totale libertà d’azione, specie oggi in una situazione di crisi. Va bene la fornitura di servizi. Per quanto riguarda il portale afferma che coi due giornalisti si è un po’ rivitalizzato, ma non si sa quanto venga visitato e quindi sarebbe opportuno pubblicare il dato relativo. Chiede quali siano i rapporti tra Provincia e SVEP per l’ovvia considerazione che, negli indispensabili aiuti nel campo della burocrazia,sarebbe meglio evitare sovrapposizioni e inutili duplicazioni. Il sito dovrebbe essere migliorato e reso più leggibile suddividendolo in sezioni che riguardano associazioni dello stesso genere. Tutta le attività dovrebbero orientarsi a questo principio della specializzazione evitando il “calderone” onnicomprensivo.

Rabboni riconosce che servono microgruppi anche ai fini della costituzione del forum terzo settore che deve essere avviato su impulso delle associazioni. Precisa che lo SVEP si riferisce al volontariato.

Devoti parla dell’opportunità di individuare dei partner e di fare rete. Con gli eventi del 2015 prospetta attività su argomenti legati ad alimentazione e interculturalità.

Rappresentante di Amici dell’arte pone il problema della documentazione. Benché si sia presentato un progetto la Regione non ha dato aiuti per mancanza di contatto con la Provincia. Opportuno stabilire la modulistica.

Rappresentante di Valorizzazione cultura contadina. Informa che è stato realizzato un museo presso l’istituto Raineri. Presto ci sarà l’inaugurazione ed è un bel momento di aggregazione in cui ci si potrebbe trovare in tanti di tutte le associazioni.

Dapero (ANOSS) sottolinea l’importanza della formazione e propone che la Provincia investa proprio nella direzione della formazione alle associazioni in particolare sul significato del Forum Terzo Settore con le relative modalità di costituzione.

Secchi (Airone) parla del progetto presentato per la “bonifica” del Parco della Galleana che dovrebbe essere un fiore all’occhiello, ma non è in condizioni tali da garantire sicurezza ai frequentatori specialmente giovani e giovanissimi.

Boglioli ricorda che il sito ha avuto una rivitalizzazione significativa e che bisogna continuare sulla strada intrapresa. I referenti hanno cominciato ad interagire al fine di formare gruppo.

Rappresentante di Accademia Piacentina dice che ci vorrebbe un link al portale e le notizie potrebbero essere caricate direttamente.

Carla Fontanelli (Lirica) dice che a volte ci possono essere sovrapposizione di eventi, quindi sarebbe utile un tabulato periodico in cui trovare tutti gli eventi e poter di conseguenza programmare meglio.

Alla conclusione dell’incontro l’assessore Gallini ringrazia tutti i presenti dicendo di aver preso nota dei suggerimenti che terrà in debita considerazione. Assicura che il metodo del confronto verrà mantenuto e possibilmente migliorato in futuro e che sarà l’elemento di stile dell’Amministrazione.

La riunione è terminata alle 19,20

martedì 26 gennaio 2010

Una giornata di studio sul T.U. sull'Immigrazione promossa dalla consulta immigrazione in collaborazione con l'assessorato alle Politiche Sociali del Comune

Sabato 23 gennaio 2010, a Piacenza, nella sala della circoscrizione 1, si è tenuto un incontro pubblico sul tema “Decreto sicurezza e modifiche intervenute nella legislazione sull’immigrazione”.


Introduce i lavori della giornata l’assessore Giovanna Palladini ricordando che Piacenza è una comunità accogliente, c’è un ampio sviluppo del volontariato e una presenza importante di associazioni di promozione sociale, ma ciò non toglie che possono esistere gravi rischi per le persone immigrate. È necessario ricordare la situazione di crisi e le possibili conseguenze di una perdita di lavoro che possono mettere in discussione il permesso di soggiorno e spingere magari un capofamiglia in condizioni di illegalità. Scopo di questo momento di studio è vedere come si può continuare in positivo pur all’interno della situazione creata da questa norma.

La parola a questo punto a Paola Scevi –docente di Diritto delle Migrazioni della Cattolica.

La norma di riferimento è il T.U sull’immigrazione e il discorso prende l’avvio a partire dall’art. 10 bis, introdotto dalla legge 15 luglio 2009, n°94: “ Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”.
Al primo comma dell’articolo si legge: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del presente testo unico nonché di quelle di cui all’articolo 1 della legge 28 maggio 2007, n. 68, è punito con l’ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Al reato di cui al presente comma non si applica l’articolo 162 del codice penale”.
 La prima questione da dirimere è che si tratti di un solo reato e non due. Il fatto dell’ingresso e di trattenersi nel territorio non può configurare due reati, del resto sarebbe impossibile trattenersi se non ci fosse stato un ingresso. La permanenza sussume l’ingresso che non è punito singolarmente. La sanzione prevista va da 5 a 10 mila euro e la competenza è del Giudice di Pace il quale potrà convertire la pena pecuniaria in un lavoro socialmente utile o a un domicilio coatto oppure si provvede all’espulsione. Si apre qualche possibile questione di illegittimità costituzionale, iun quanto si può intravvedere un uso strumentale della funzione della pena che appare come portatrice di contenuti contrari a quanto previsto in merito della nostra legge fondamentale.


Bisogna poi considerare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione illegale di cui all’art. 12 in cui si parla di immigrazione, emigrazione e permanenza. Il reato è riferito a chi lucra tenendo una condotta che promuove, organizza questo traffico illegale. La fattispecie rilevante è la cessione di alloggio all’immigrato irregolare per il quale reato costituisce aggravante il caso in cui sia sbilanciato il sinallagma ovvero non sia equo il rapporto tra il valore dell’affitto e il canone richiesto in evidente sfruttamento di una situazione di debolezza del contraente immigrato irregolare. La sanzione per la cessione a titolo oneroso è una pena da 3 mesi a 6 anni oltre alla confisca del bene a meno che il proprietario non sia estraneo al fatto. Ciò si può ad esempio verificare in caso di subaffitto.

Viene fatto riferimento poi al “Protocollo di Palermo” dell’ONU col quale entra nel nostro ordinamento la considerazione della schiavitù che non è fenomeno d’altri tempi ma di fatto forte e presente anche oggi. basti pensare ai bambini definiti ARGAT cioè bambino operario – bambino schiavo

Altro argomento importante è il fatto che si può trattenere per 180 giorni l’immigrato in un centro di riconoscimento e di espulsione. Espulsione che può avere carattere amministrativo o giudiziario. Si deve ricordare che non si può trattenere alcuno senza l’atto di conferma dell’autorità giudiziaria., infatti c’è un preciso compito del giudice: emettere la conferma dei provvedimenti che incidono sulla libertà personale. È chiaro che non si deve poter fare una vera e propria detenzione amministrativa.

Un ultimo argomento è stato l’ACCORDO di INTEGRAZIONE. Al momento della richiesta del permesso di soggiorno deve essere sottoscritto tale accordo che determina una situazione paragonabile alla patente a punti articolata per crediti con specifici obiettivi di integrazione per tutto l’arco di presenza nel territorio italiano. Rispetto a questa norma manca il regolamento e ciò rende difficile l’attuazione. Il funzionamento dello strumento, come si diceva, richiama quello della patente a punti. I crediti possono aumentare o diminuire e se raggiunge lo zero l’immigrato può essere espulso.




lunedì 25 gennaio 2010

“Bilancio sociale di metà mandato”: il comune presenta il progetto al coordinamento delle consulte.

Giovedì 21 gennaio alle ore 17,00 presso la Casa delle Consulte, si è tenuta una riunione del coordinamento delle consulte per parlare del progetto del comune di Piacenza di presentare il “Bilancio sociale di metà mandato”.

L’O.d.G. prevede appunto il bilancio sociale con tre indicazione sottostanti:
  • presentazione del progetto
  • metodologia e percorso
  • il ruolo delle consulte.

All’incontro ha preso parte una nutrita rappresentanza delle associazioni rappresentate nelle varie consulte e si è sviluppata un’ampia discussione conclusasi alle ore 19,00.
Nella foto: oltre alla Malchiodi, sono presenti -da sinistra- Tatiana Morelli, Danilo Frati (Vice coordinatore  della Consulta Mobilità),  Pietro Saggini (Consulta Ambiente), Carla Fontanelli  (Coordinatore Consulta Cultura), Edmondo Ioannilli (Coordinatore Consulta Ambiente) e Loredana Pagani (Coordinatore Consulta Sport)




La dirigente comunale Renza Malchiodi  ha coordinato la riunione e ha introdotto l’argomento precisando che  ci sono  sostanzioalmente due obiettivi: avere un'idea di cosa sia il bilancio sociale e parlare delle modalità di coinvolgimento delle Consulte. Ci sarà un documento (Bilancio di metà mandato) con inserita la valutazione. Viene sottolineato il fatto che il builancio sociale non è un provvedimento obbligatorio ed è da considerare semplicemente uno strumento di trasparenza adottato da molti enti e spesso anche dalle aziende private.
Nella stesura del bilancio sociale  si deve partire dalle linee programmatiche  di mandato e si deve cercare di vedere cosa si è realizzato e cosa non è stato possibile e per quale motivo.La rendicontazione sociale ha come caratteristica la comprensibilità, deve servire a superare la difficoltà intrinseca che ogni cittadino incontra nell'addentrrarsi nei documenti tradizionali di bilancio. La dirigente ricorda che nel precedente quinquennio c'è stato un bilancio di metà mandato, ora l'Ammonistrazione ripropone lo stesso impianto con la novitàdella valutazione da parte delle figure interessate (Stakeholder) e di una giuria popolare. Il documento sottoposto all'esame deve essere "a prova di lettore" cioè di cittadino semplice che non ha esperienza di linguaggio giuridico-contabile. Comèplessivamente sarà u8n documento di 80mpagine di cui 10 riservate ai valutatori che dovranno essere attivi  a partire dal 20 di febbraio, mentre in marzo è prevista la stampa del documento. Documento che sarà pubblicato dopo le elezioni regionali al termine del percorso di conoscenza e condivisione. Ci sarà anche una mostra relativa alle opere pubbliche.


Prende la parola a questo punto il dott. L. Quintavalla del Laboratorio di Economia Locale - Università Cattolica il quale spiega le modalità della valutazione. Da una parte si prevede l'attività delle consulte e dall'altra di una "Giuria Popolare". I componenti della giuria saranno 50, saranno definiti mediante estrazione casuale e saranno rappresentativi rispetto a tre variabili: età, sesso e quartiere di residenza.. Si prevedono due incontri. Il primo per presentare il progetto di bilancio sociale del comune a cui seguirà una valutazione a freddo. Il secondo incontro invece consentirà di raccogliere valutazioni a seguito di discussione. Le consulte vewrranno chiamate in base alle competenze.


Vengono fatte alcune domande dai  presenti. In particolare il costo del progett e quale sia il peso che in questa iniziativa hanno le consulte.

Per quanto riguarda il costo, che è di 70.000 euro, si precisa che si tratta  di un'attività ampia e complessa che alla fine deve dar origine a un documento stampato di una certa qualità e gradevole da consultare.

                                                                                                                                      


Nell'immagione a fianco  sono ritratti   Enrico Bertè della Consulta Giovani  e Mauro Ferrari creativo - grafico a cui compete l'incarico di realizzare il documento finale.





Viene precisato, per quanto riguarda le consulte che queste valuteranno solo gli argomenti di cui sono consapevoli ed esperte e potranno farsi assistere da soggeti esterni.




Al termine della discussione sul bilancio sociale di metà mandato la coordinatrice della consulta cultura - Carla Fontanelli (nella foto)- ha chiesto di far conoscere ai presenti  il contenuto di una nota approvata dalla consulta stessa in cui si conclude con la proposta di includere nel regolamento delle consulte una norma che preveda la sospensione dalla consulta di apparteneza a quei soggetti che non si sono presentati senza giustificato motivo per tre sedute.

La norma appare pensata sulla falsariga di quelle analoghe sulle assemblee  degli enti locali ed è da giudicare  estremamente opportuna.




Di seguito altre immagini che ritraggono alcuni partecipanti alla riunione


















lunedì 11 gennaio 2010

11 gennaio 2010 - Conferenza territoriale sociale e sanitaria - ACCREDITAMENTO

Il giorno 11 gennaio 2010, lunedì, si è tenuta una riunione della Conferenza territoriale sociale e sanitaria avente all’ordine del giorno un’informativa sul processo di accreditamento dei servizi sociali. L’incontro presieduto dal Presidente della Provincia Massimo Trespidi, si è tenuto nella sala consiliare della Provincia in via Garibaldi, 50 e ha visto la partecipazione di quasi tutte la amministrazioni comunali e del Direttore dell’Azienda USL.


Dopo una breve introduzione, il Presidente passa la parola ai tecnici per l’esposizione del contenuto della normativa regionale. La relazione, intitolata “la proposta regionale di accreditamento dei servizi sociosanitari” predisposta dal gruppo composto da Luigi Squeri, Giuseppe Magistrali, Gian Luca Battilocchi, Stefania Bianchi, viene esposto come segue.

Giuseppe Magistrali prende avvio dall’affermazione che l’accreditamento definitivo dei servizi sarà, a regime, la modalità di erogazione delle prestazioni sociosanitarie a carico del servizio sanitario pubblico e degli enti locali. Ricorda poi in particolare che le modalità di concreto avvio dell’accreditamento sono del tutto estranee all’ambito di applicazione del codice degli appalti. Quindi è una modalità per stabilire chi sarà l’ente erogatore del servizio, ma la scelta avverrà con criteri affatto diversi da quelli dell’appalto di servizi.

Interessante, e si commenta da sé, la seguente tabella.

OBIETTIVI DEL SISTEMA DI ACCREDITAMENTO

Perseguire maggiore qualità dei servizi:

• Rispetto standard di qualità

• Assicurare maggiori investimenti in formazione e organizzazione

Migliorare le relazioni tra soggetti gestori e soggetti pubblici committenti:

• Maggiore stabilità dei rapporti

• Più ampia possibilità di interlocuzione tra soggetti pubblici e privati

Altro tema importante è il rapporto tra Accreditamento, programmazione e qualità che si configura tra due soggetti sulla base di due elementi di valutazione. In altre parole, l’accreditamento instaura un rapporto di servizio pubblico tra un soggetto pubblico istituzionalmente preposto all’esercizio della funzione e il soggetto gestore/erogatore e il provvedimento viene adottato sulla base (1)del fabbisogno e delle indicazioni stabilite in sede di programmazione nonché (2) della presenza di determinati requisiti di qualità. Ilo soggetto che viene accreditato deve rispondere quindi a determinati requisiti di qualità ma anche deve fornire i servizi che sono stati previsti nell’attività di programmazione. Quindi dal punto di vista delle priorità cronologiche avremo prima di tutto l’attività programmato pria che individua il fabbisogno di servizi per tipologia e quantità poi la scelta del gestore che può produrre quei determinati servizi a quel livello di qualità nella misura richiesta e, per chiudere, al prezzo definito.

Viene illustrato l’elenco dei servizi per i quali è richiesta la procedura di accreditamento come evidenziato nella tabella seguente.

PRESTAZIONI E SERVIZI SUBORDINATI ALL’ACCREDITAMENTO

• Assistenza domiciliare

• Casa-residenza per anziani non autosufficienti (casa protetta/RSA)

• Centro diurno assistenziale per anziani

• Centro socio-riabilitativo residenziale per disabili

• Centro socio-riabilitativo semiresidenziale per disabili.

Quanto al soggetto competente viene spiegato che deve essere individuato in ogni singolo territorio per l’esercizio delle funzioni di programmazione e committenza. Normalmente è il comune capofila individuato dai comuni del distretto o semplicemente il comune se il suo territorio coincide con quello distrettuale o, infine, una delle forme associative disciplinate da D.Lgs 267/2000 – L.R. 11/2001 e L.R. 10/2008. Il soggetto competente provvede all’accreditamento garantendo criteri di trasparenza e dio non discriminazione e agisce in conformità al proprio statuto e alla propria organizzazione. rilascia l’accreditamento per servizi e strutture aventi sede nel territorio di riferimento distrettuale indipendentemente dal consumo di tali servizi da parte di residenti di altri territori. Se i servizi rispondono ad esigenze sovra distrettuali il soggetto competente tiene conto delle esigenze manifestate anche da altri ambiti distrettuali.



ACCREDITAMENTO TRANSITORIO

Concesso (fino al 31.12.2010) per servizi e strutture che alla data di entrata in vigore del provvedimento relativo al sistema di remunerazione, intrattengono rapporti col SSR e con gli Enti Locali. I contratti esistenti tra Enti Locali e/o AUSL e soggetti gestori accreditati sono adeguati e trasformati (consensualmente) in contratti di servizio.

I requisiti e condizioni sono:

possesso dell’autorizzazione al funzionamento

• coerenza del servizio rispetto al fabbisogno indicato nella programmazione territoriale

• rispetto delle indicazioni e requisiti previsti dalle norme regionali per gli specifici servizi

• garanzia della responsabilità gestionale unitaria al momento della cessazione dell’accreditamento transitorio tramite la definizione di un apposito programma di adeguamento (Al massimo entro il 31.12.2013)

• accettazione delle tariffe standard

• richiesta da parte del soggetto gestore al soggetto istituzionale competente e concessione su base di istruttoria tecnica e di verifica da parte dell’Ufficio di Piano



ACCREDITAMENTO PROVVISORIO

Dal momento in cui entra in vigore il provvedimento relativo al sistema omogeneo di remunerazione (Data ormai prossima) l’accreditamento provvisorio sarà lo strumento (l’unico) per attivare nuovi rapporti necessari per l’erogazione delle prestazioni sociosanitarie. Il soggetto provvisoriamente accreditato ha un tempo per dare concreta prova del rispetto dei requisiti e della capacità gestionale in vista dell’accreditamento definitivo.

Il soggetto istituzionale competente evidenzia il fabbisogno di accreditamento sulla base delle scelte programmatorie e da adeguata informazione ai soggetti interessati. Lo stesso soggetto procede alla selezione tramite gara informale o invito diretto se ci sono le condizioni per un affidamento diretto. (vedi punto 7.3.2 della DGR514/2009)



ACCREDITAMENTO DEFINITIVO

Si applica ai servizi accreditati in via transitoria o provvisoria a condizione che sia garantita la responsabilità gestionale unitaria.

Viene rilasciato dall’ente istituzionale competente in seguito a domanda da parte dei soggetti accreditati transitoriamente e provvisoriamente, in base a verifica della coerenza programmatica da parte dell’organo istituzionale competente. Viene disposta l’applicazione del sistema tariffario predeterminato dalla Regione



ACCREDITAMENTO – PASSAGGI PRINCIPALI

Entro gennaio 2010

• Atti amministrativi di individuazione del soggetto istituzionalmente competente

• Definizione organizzativa della funzione amministrativa per il rilascio dell’accreditamento

• Aggiornamento della programmazione sociosanitaria territoriale per la determinazione del fabbisogno di servizi



Negli interventi che si sono susseguiti i sindaci hanno tutti espresso preoccupazioni per le difficoltà che si possono prevedere ad esempio per finanziare gli investimenti necessari per garantire gli standard abitativi, poi il fatto che ci sarà inevitabilmente un confronto tra realtà a gestione diversa e ciò viene visto come un pericolo per i gestori pubblici. Un altro problema molto sentito è quello della assistenza domiciliare che specialmente per i piccoli comuni difficilmente potrà essere gestita autonomamente e ciò viene visto come una perdita di presenza attiva sul territorio non gradita sia agli amministratori che all’utenza.

Viene precisato dai tecnici che comunque la scelta dell’esternalizzazione è opzionale e che nulla vieta formalmente di mantenere i servizi a gestione diretta purché garantiscano in requisiti prescritti.

Al problema se sarà o meno possibile che le ASP mantengano al loro interno servizi non gestiti direttamente viene data una risposta affermativa anche se non di assoluta certezza. Le ASP dovrebbero poter avere il ruolo di sub committenza. Resta inevitabile il requisito della responsabilità gestionale unitaria.

Nel ringraziare tutti gli amministratori che hanno partecipato dando vita all’interessante dibattito, il presidente Trespidi si è impegnato a proseguire in questo lavoro informativo e formativo con la presenza di funzionari della Regione e ha annunciato una nuova riunione giovedì 14 gennaio alle ore 15,30 sempre in sala consiliare coi gestori e le cooperative per esaminare il problema da un altro punto di vista, quello dei gestori.

giovedì 7 gennaio 2010

Un'importante iniziativa di "Lumen"




LUMEN, associazione per la medicina naturale di Piacenza, organizza venerdì 15 gennaio alle ore 20.30 una conferenza gratuita all’Auditorium Sant’Ilario di Piacenza, con la straordinaria relazione della dr.ssa Anna Villarini, ricercatrice e biologa dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e della naturopata Milena Simeoni, direttrice didattica della Scuola di Naturopatia LUMEN di Piacenza. Aprirà il dibattito il Presidente della Provincia dr. Massimo Trespidi e la dr.ssa Katia Tarasconi, Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Piacenza.

L'evento, organizzato in collaborazione con il Comune di Piacenza e patrocinato dalla Provincia della stessa città, è dedicato alla prevenzione dei tumori, in particolare il cancro al seno.
Ogni anno milioni di persone vengono colpite da forme tumorali che, secondo i medici, sono assolutamente prevedibili e – quindi – evitabili. Circa il 95% dei tumori al seno è causato da fattori ambientali, quali alimentazione e abitudini di vita. Anche alcune sostanze che si formano naturalmente nel metabolismo possono danneggiare il DNA e causare tumori, ma il nostro ambiente interno influenza in modo determinante il destino delle cellule tumorali: se dovranno progredire o abortire. È ormai scientificamente provato che la composizione del nostro sangue, l’ambiente in cui si sviluppano i tumori, può essere modificata dal cibo e dallo stile di vita, quindi possiamo fare molto per ridurre il rischio di ammalarci.

MANGIARE BENE E’ FONDAMENTALE PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI


Mangiare bene, secondo i ricercatori, è fondamentale: l’ alimentazione diventerà infatti la medicina del futuro, poiché tutto ciò che ingeriamo si riflette sul nostro stato di salute e può da solo prevenire malattie e curare. Una buona alimentazione, dunque, potrebbe ridurre notevolmente il cancro al seno (fino al 42%), ad esempio con più ortaggi e frutta fresca nella dieta.

Durante le relazioni verrà annunciata la prossima apertura del progetto “RPO1- Diana5”, dedicato alle donne operate al seno, a San Pietro in Cerro (PC) in collaborazione con LUMEN e l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano al quale potranno partecipare le donne delle province di Parma, Piacenza, Lodi e Cremona.


Per informazioni:


LUMEN – Associazione per la Medicina Naturale

Via Polignano, 5/13

29010 San Pietro in Cerro PC

Tel. 0523.838172 – 0523.838707

Fax 0523.838700