martedì 22 dicembre 2009

Consulta dei servizi sociali. Parere sul bilancio di previsione del comune di Piacenza per l'esercizio 2010



Dino Giorgi Pierfranceschi
Coordinatore della Consulta














ESPRESSIONE DEL PARERE

Bilancio di Previsione Esercizio 2010

La Consulta Attività Sociali, Educative, Formative e Sanitarie è chiamata, a norma di Statuto e regolamento ad esprimere il parere sulla proposta di Bilancio di Previsione del Comune di Piacenza per l’esercizio 2010. A tale fine l’Amministrazione ha messo a disposizione la bozza del documento di bilancio annuale e pluriennale e successivamente un documento di sintesi che raccoglie e riassume le previsioni di spesa del settore di interesse della Consulta.

Premesso

Che la documentazione presentata è sufficiente ed idonea a formarsi un’idea degli obiettivi che si propone l’Amministrazione;

che la conoscenza dei dati si è sviluppata in due tempi anche grazie alla presentazione fatta il 10 dicembre da parte della dirigenza comunale e il 17 dall’assessore;

che per esprimere un parere documentato e condiviso con il più alto numero possibile di membri della consulta sarebbe però opportuno che la documentazione venisse messa a disposizione con un più ampio anticipo;

che rimane comunque indispensabile un incontro con l’assessore e con i responsabili burocratici del comune per aiutare a decifrare e quindi a comprendere il bilancio stesso;

Osservato nel merito

che il bilancio, nel suo insieme, rispetto all’esercizio precedente, presenta una contrazione delle entrate per minori trasferimenti da Stato e Regione e che di conseguenza un taglio proporzionato nelle spese è ineludibile;

che i capitoli di spesa riguardanti i servizi di competenza delle funzioni cui la Consulta è preposta sono stati comunque mantenuti nei livelli precedenti come si può comprendere dal documento di sintesi citato;

Preso atto

delle precisazioni date su alcuni capitoli di spesa in cui la diminuzione rilevata, oltre ad un fondo “anticrisi” non più finanziato, dipende dal pensionamento di personale dirigenziale e direttivo con una corrispondente riorganizzazione delle responsabilità tali da non inficiare l’efficienza dell’organizzazione stessa;



tutto ciò premesso esprime

PARERE FAVOREVOLE

Sul bilancio di previsione per l’esercizio 2010 con impegno a farne un monitoraggio periodico.



Piacenza 18 dicembre 2009

Il Coordinatore della Consulta

Dino Giorgi Pierfranceschi

Il Segretario

Renato Dapero

Consulta Immigrazione. Il parere sul bilancio del comune per l'esercizio 2010

Piacenza 15 dicembre 2009


ESPRESSIONE DEL PARERE

“Schema di Bilancio di Previsione Annuale 2010, Pluriennale 2010-2012, Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012, Programma triennale dei LL.PP 2010-2012 ed Elenco annuale 2010”

La Consulta Immigrazione e Mondialità esprime il proprio parere:

La Consulta Immigrazione e Mondialità dà, complessivamente, un parere positivo pur rimanendo convinti che occorre migliorare le modalità attuate per l’espressione del Parere sul Bilancio, affinché si possa permettere alle consulte di esprimere un parere consapevole e condiviso, dopo un dibattito ampio, teso a definire in un modo partecipato le scelte e le priorità del Bilancio.

A questo fine la Consulta Immigrazione e Mondialità ritiene importante prevedere momenti di consultazione delle Consulte nelle fasi precedenti alla stesura del Bilancio, con gli assessori di riferimento a partire dalla presentazione e dal confronto sul “Consuntivo”.

Inoltre, la Consulta desidera porre l’attenzione sui seguenti punti:

Problematiche scolastiche, educative e formative

 Integrazione degli alunni stranieri in tutti gli ordini scolastici: potenziamento del progetto di mediazione culturale nelle scuole e del progetto “L’italiano come lingua 2”.
 Adolescenti stranieri: potenziamento di progetti legati alle attività extrascolastiche.
 Educazione interculturale: deve svolgersi in maniera programmata, strutturata e continuativa, in quanto acquisisce sempre più un valore significativo in una società multietnica.

Mediazione Interculturale
 la mediazione interculturale, ormai presente nei vari servizi del Comune (territorio), necessità di una nuova visione da parte dell’amministrazione locale.

E’ necessario rivedere l’organizzazione del servizio con un’ottica trasversale, mettendo in rete le singole realtà esistenti.
Mondialità come Cooperazione internazionale

 Sarebbe necessario stabilire una quota percentuale di ogni Bilancio e avanzo di Bilancio a favore della cooperazione internazionale per sostenere i paesi del sud del mondo. Nella progettazione di attività di cooperazione internazionale è necessario coinvolgere le associazioni di immigrati presenti sul territorio, in quanto garanti della riuscita dei progetti, facilitatori nelle relazioni e portatori di conoscenza dei paesi di origine.



Ci auspichiamo comunque il mantenimento dei servizi fino ad ora erogati e la ricerca di una qualità sempre migliore.

PARERE FAVOREVOLE


La coordinatrice

Edvin Shehu

mercoledì 16 dicembre 2009

PIACENZA: Il Bilancio di previsione 2010

In occasione della conferenza stampa per gli auguri di Natale, il sindaco Reggi ha dato alcune informazioni sulla manovra economica. La spesa corrente diminuirà di 3 milioni di euro passando da 88 milioni del 2009 a 85 del 2010. Questa contrazione delle spese non penalizzerà il settore sociale. Ora è evidente che si tratta di un bilancio di lacrime e sangue, ma non si dica che non c’è stata penalizzazione per il sociale perché i numeri dicono qualcosa di diverso: dicono che il sociale, verrà penalizzato, in proporzione, meno degli altri capitoli di spesa.
rileggi l'articolo di commento alla bozza di bilancio Clik qui!!

Comunicazione interculturale.La tavola rotonda all’auditorium della Fondazione.


Gli assessori Pier Paolo Gallini (Provincia) e Giovanna Palladini (comune) e la dirigente regionale Burgalassi hanno aperto la riunione. (Foto ripresa dal quotidiano Libertà). Gli assessori hanno parlato del significato e dell’importanza della comunicazione interculturale ai fine dell’integrazione e per questo Gallini dichiara che la Provincia sostiene il progetto relativo. C’è poi un richiamo forte da parte della Palladini (Che è anche giornalista) alla necessità di uscire dagli stereotipi e di non presentare il mondo dell’immigrazione come una realtà a sé stante, magmatica e confusa.


La dirigente regionale, funzionaria del Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione sociale ha svolto la relazione illustrativa del “Protocollo regionale sulla comunicazione interculturale. Nella sua relazione ha sostenuto la necessità di una sensibilizzazione sul tema delle testate locali sia televisive che della carta stampata. E ha lanciato l’ipotesi di un protocollo di intesa con le testate allo scopo di collegare i media principali a quelli interculturali. Ha parlato dell’associazione delle testate dei media interculturali e dell’obiettivo che possano autogestirsi anche economicamente grazie alla pubblicità. Ha commentato infine un documento del CORECOM (Comitato Regionale per le Comunicazioni) riguardante “l’Immagine degli immigrati nei TG locali dell’Emilia Romagna”.

Il CORECOM ha realizzato un monitoraggio sull’immagine e sulla rappresentazione degli immigrati su un campione di emittenti comprendenti RAI3 Emilia Romagna e 21 TV locali per un periodo di due settimane ed è in fase di chiusura la stesura del report relativo, del quale vengono anticipate alcune informazioni.

Le osservazioni principali sono:

• gli immigrati, soggetti della notizia, non parlano quasi mai,

• categoria prevalente è la cronaca,

• i soggetti della notizia sono quasi sempre i giornalisti stessi,

• raramente notizie positive

• tono con cui sono descritti gli immigrati quasi sempre neutrale,

• frequente ricorso a stereotipi nella rappresentazione degli immigrati,

La successiva tavola rotonda è stata coordinata da Gerardo Bombonato, presidente dell’ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna che apre ricordando che il compito dei giornalisti è dare voce a chi non ce l’ha e quindi invita tutti a ricordare quanto l’Italia sia stato un paese da cui si è mossa un secolo fa un’immigrazione numericamente rilevante. Allontanare stereotipi e pregiudizi, a questo un sano giornalismo deve tendere.

Alla tavola rotonda hanno preso parte Arianna Alberici (Corecom Emilia Romagna), i giornalisti piacentini Maria Vittoria Gazzola e Marcello Pollastri, Jamal Ouzine (Koinè) e Vesna Mitrasinociv (Centro interculturale del Comune). Jamal, uno dei giornalisti- pubblicisti della redazione multietnica di Koinè, sottolinea,nel suo intervento, quanto sia importante l’attività giornalistica fatta dagli stranieri immigrati e quanto sia importante poterlo fare con continuità proprio per combattere stereotipi e pregiudizi.


Chi volesse leggere e scaricare il PROTOCOLLO D'INTESA Sulla cvomunicazione interculturale deve cliccare sul link http://www.emiliaromagnasociale.it/wcm/emiliaromagnasociale/news/2009/febbraio/17_comunicazioneinterculturalepp/protocollod'intesa.pdf

venerdì 11 dicembre 2009

Resoconto della riunione delle consulte comunali serv izi sociali e immigrazione

CONSULTA ATTIVITÀ SOCIALI, EDUCATIVE FORMATIVE E SANITARIE


CONSULTA IMMIGRAZIONE E MONDIALITÀ



Resoconto di assemblea delle due consulte convocate per il giorno 10 dicembre 2009 alle ore 21 presso la Casa delle Consulte e della Partecipazione - Via XXIV Maggio 51

All’ordine del giorno erano posti i seguenti punti:

1. Esame della bozza di schema di Bilancio di Previsione Annuale 2010, Pluriennale 2010-2012, Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012, Programma triennale dei LL.PP 2010-2012 ed Elenco annuale 2010 ed espressione del Parere richiesto.

2. Varie ed eventuali

I Coordinatori delle due Consulte nell’invito davano alcune informazioni relative alla prevista presenza dell’assessore G. Palladini e al fatto che la bozza di Bilancio di Previsione Annuale 2010, Pluriennale 2010-2012, Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012, Programma triennale dei LL.PP 2010-2012 ed Elenco annuale 2010 è stato consegnata al coordinatore e è depositata presso l’Ufficio Partecipazione per la necessaria consultazione.

La riunione è iniziata alle 21 come previsto con la presenza delle seguenti associazioni in relazione ad ogni consulta.

SOCIALI: AID, AIP, ALZHEIMER, DON MOLINARI, GR. VOLONTARIATO VINCENZIANO, IL BRUTTO ANATROCCOLO, MOV. AMERICA LATINA, ANOSS, TRIBUNALE DIRITTI DEL MALATO, VIVI CON STILE.


IMMIGRAZIONE: ALZHEIMER, KOINÈ, MLAL ANOSS







Sono presenti i dirigenti comunali Renza Malchiodi e Luigi Squeri.

Essi informano i presenti che l’assessore Palladini non può essere presente perché influenzata. Propongono di procedere ad una illustrazione e discussione di carattere generale sul bilancio.



Prima di tutto prende la parola Miglioli il quale fa presente la difficoltà in cui ci si è trovati per il fatto che il documento di bilancio, corposo e complesso, è stato consegnato con pochi giorni di margine e che il documento illustrativo della spesa, più pratico e utile per farsi un’idea concreta delle strategie che il comune intende mettere in campo, è stato visto addirittura nel pomeriggio, quindi senza alcuna possibilità di approfondimento.

La responsabile comunale R. Malchiodi riconosce il problema e precisa che i tempi stretti del complesso iter del bilancio hanno consigliato di promuovere una riunione che potesse portare in tempi brevi all’espressione del parere.

Anche Luigi Squeri si associa e aggiunge che il documento analitico consegnata alla fine è chiaro e comprende tutto quindi consente di farsi un’idea concreta e operativa delle scelte.

Prende la parola il Coordinatore Giorgi ricordando che nelle precedenti occasioni era strato dato un tempo più lungo per visionare la proposta di bilancio. Conclude dicendo che la sua precisazione più che per colpevolizzare serve a difendersi. Cioè è difficile che entro il 16 che sembra la data fissata per il parere si possa esprimere un’opinione consapevole.

Luigi Squeri svolge una relazione su alcuni temi rilevanti. Innanzitutto ricorda che nel 2009 erano previsti degli interventi anticrisi per disoccupati e cassintegrati che erano circoscritti a quell’esercizio finanziario e che quindi non ci saranno più. Secondo rilievo importante: viene spiegato che il Fondo nazionale è in continua diminuzione: partito da un miliardo di euro è stato diminuito prima per la social card e altri interventi fin che per il 2010 sarà praticamente dimezzato. Nel bilancio quindi bisogna tener conto della diminuzione che dallo Stato, attraverso la regione, arriva al comune. Il Fondo per la non autosufficienza passa quasi interamente attraverso l’Azienda USL e solo in parte arriva al comune. C’è stato negli anni passati un incremento che ha consentito nel 2009 un buon sostegno dell’Assistenza Domiciliare e del servizio di centro diurno con la creazione anche di alcuni posti residenziali di sollievo. Col 2009 la tendenza a crescere del fondo si è arrestata e nel 2010 c’è la stessa cifra. L’aumento del costo delle prestazioni va sul fondo e quindi nel 2010 si farà un consolidamento.

Parla poi dell’Accreditamento degli enti gestori e dei servizi che la regione ha avviato concretamente solo ora e che porterà alla determinazione da parte della regione stessa dei costi per i quali si profila un aumento. Il comune quindi dovrà trovare risorse per la parte di impegno a sostegno dei meno abbienti che avranno bisogno dei servizi.

La dott.ssa Malchiodi ricorda che c’è stato un ridimensionamento delle entrate complessive di 3 milioni e informa che tuttavia in parte tale diminuzione è stata contenuta con l’attivazione di determinati canali che hanno consentito il ricupero di un milione.

A questo punto il dott. Squeri sposta l’attenzione sugli argomenti che possono essere di maggior interesse per la consulta immigrazione.

Prima di tutto il 2010 dovrebbe essere l’anno del superamento del centro di Torrione Fodesta, problematico per le condizioni dello stabile. Si prevede di chiuderlo prima dell’inverno e realizzare un centro più ridotto ma migliore alle Mose.

Ricorda poi che sono previsti 12 alloggi di edilizia residenziale pubblica e 11 alloggi sociali per diverse esigenze. Ricorda poi un altro problema che è quello dell’accoglienza notturna e del dormitorio della stazione. Manca un’accoglienza notturna femminile.

Si registrano alcuni interventi.

Miglioli commenta il documento analitico messo a disposizione e ne riconosce l’importanza, perché alle associazioni serve conoscere nel dettaglio i numeri degli assistiti nei vari servizi e altre informazioni particolari che consentono di orientare la propria azione di volontariato o altro.

Dapero afferma l’importanza anche di essere aiutati a capire la ripartizione degli impegni per grandi numeri, perché l’informazione di sintesi consente di meglio comprendere l’intenzione politica dell’amministrazione e quindi consente di dare una valutazione approfondita e più consapevole.

La riunione si chiude con la decisione di riconvocarsi il giorno 17 alle ore 17 per assicurare la presenza dell’assessore Palladini.

giovedì 10 dicembre 2009

Comune di Piacenza - Analisi della bozza di bilancio di previsione per il 2010

Per la prima volta mi capita di avere qualche giorno per esaminare un bilancio di previsione di un comune importante come PIACENZA.
Benché abbia già esperienza in atti amministrativi di questo genere sono rimasto spaesato di fronte a tanta ampiezza di dati e a tanto formalismo comprensibile solo agli addetti ai lavori. Non è solo questione di linguaggio: i numeri sono simboli universali e le operazioni sono solo quelle fondamentali dell’aritmetica quindi non dovrebbe esserci nessuna difficoltà. Invece non è così. Il bilancio continua ad essere un documento difficile in cui la verità, sia pur involontariamente, è sostanzialmente criptata. Del resto la stessa definizione di bilancio di previsione non la si può esprimere se non attraverso un’ampia proposizione che parla di rappresentazione dell’andamento finanziario previsto in entrata e in uscita con la finalità di rappresentare gli effetti contabili delle scelte e, questo sarebbe il bello, di manifestare la coerenza con il programma politico dell’amministrazione. Dunque il bilancio è chiamato ad assolvere contemporaneamente funzioni di tipo amministrativo, economico-finanziario, politico e informativo oltre ad avere una funzione autorizzativa. Per fare questo i numeri devono rappresentare con chiarezza e in modo specifico l’impegno finanziario e la sua sostenibilità in generale e per ogni specifica funzione.
Che di risorse ce ne siano meno di quanto si vorrebbe non è cosa nuova, mentre la domanda di servizi dei cittadini la si potrebbe interpretare ed espandere all'infinito, è ovvio.
Allora che cosa si deve fare con il bilancio?
Si deve togliere da una parte e dare all’altra e bisogna farlo capire oltre che farlo bene. Il bilancio deve rappresentare la capacità dell’Amministrazione di fare il bene comune proprio con questa operazione di tagliare e ridistribuire. Tutto questo oltre che coi numeri lo si deve rappresentare con le relazioni descrittive e questo viene fatto ma non è ancora sufficientemente chiaro il senso del trend e la sintesi. Ogni singola relazione dovrebbe descrivere meglio l’andamento nel tempo dei capitoli a cui è riferita, dovrebbe premettere l’obiettivo in termini di risultati per quantità qualità e tempo e descrivere i risultati integrali o parziali già conseguiti. Solo così si potrebbe capire esattamente cosa l’amministrazione sta facendo in un determinato settore. Ma non basta; ci vuole anche una relazione che mostra il risultato o l’obiettivo dell’amministrazione nel suo complesso per rendere possibile un giudizio di sintesi sull’insieme dell’operato ad evitare qualsiasi forma di egoistica interpretazione dei risultati o delle proposte. Per la lettura delle relazione rimando agli atti ufficiali del comune.
La tabella 1 riportata successivamente riguarda tutte le spese correnti.
Oltre al capitolo e alla denominazione vengono riportate, nell’ordine, le previsioni definitive dell’esercizio in corso, le variazioni in aumento e in diminuzione, le somme risultanti (ovvero la previsione per l’esercizio 2010). Questi sono i dati messi a disposizione dal comune. Seguono tre colonne di elaborazione in cui nella prima si indica di ogni capitolo l’incidenza % sul totale, nella seconda analoga valutazione relativa alle previsioni definitive dell’anno in corso e nella terza la differenza tra le due. Con questa elaborazione si intende porre in evidenza il peso attribuito a ciascuna voce nella previsione del 2010 e nella realtà dell’anno che si sta chiudendo. La differenza delle due percentuali riportata nell’ultima colonna mostra il significato tendenziale delle scelte strategiche dell’ente. Al di la dei valori assoluti che dipendono anche dal totale delle risorse disponibili è interessante notare che ogni volta che la percentuale indicata nell’ultima colonna è positiva siamo di fronte a un argomento sul quale l’Amministrazione promette di spendere proporzionalmente di più di quanto abbia fatto nell’anno che sta per concludersi, mentre dove è negativo siamo di fronte alla situazione opposta. Su quel settore si spenderà meno.

Per leggere meglio clik sulla tabella!!




Cosa si può rilevare: anzitutto che la spesa corrente passa da un totale di 86 milioni e 503 mila euro a 85 milioni e 315 euro con un decremento dell’ 1,37%.

Si osserva poi che la spesa per la Polizia Municipale riceve un cospicuo aumento del 5% pari a oltre 355 mila euro. Niente da dire se non fosse che invece le spese sociali perdono ben 113 mila euro contraendosi dello 0,46. Guardando i documenti si scopre che anche lo scorso bilancio ha previsto analogo aumento della spesa per la Polizia locale quindi c’è una tendenza a crescere in questa attività molto evidente. Se guardiamo i dati alla luce dell’ultima colonna si nota, sempre rispetto a questi due argomenti, che c’è per entrambi un incremento di mezzo punto per la Polizia locale e di un quarto di punto per le spese sociali.

Sembrerebbe potersi concludere che, pur in un contesto di contrazione delle risorse viene ancora privilegiata la sicurezza e la spesa per i servizi sociali perché migliorano la loro incidenza sul totale della spesa. Si deve infine aggiungere un rilievo positivo per il leggero incremento dell’incidenza sul totle delle sèese per l’istruzione e cultura.



La seconda tabella contiene i dati di spesa dei servizi sociali e alcuni elementi di valutazione.

Clik sulla tabella per ingrandirla





All'interno delle voci, per quanto riguarda la loro incidenza sul totale, si osserva che le spese per l' infanzia sono sostanzialmente invariate, e così quelle relative ai servizi cimiteriali.


Aumenta di due punti e mezzo l'incidenza delle spese per i servizi di prevenzione e riabilitazione e di quasi un punto quella per i ricoveri. A fronte di ciò, però, c'è una contrazione di oltre tre punti nell'incidenza sul totale dell'assistenza e servizi alla persona che subiscono un taglio in valore assoluto di 832 mila euro. Questo sembra un punto che necessita chiarimenti.


C’è una terza tabella relativa alle spese di investimento


Clik sulla tabella


I dati parlano da soli: nessun investimento!!

domenica 29 novembre 2009

Parliamo di associazionismo

Nei principi generali della legge 328/2000 “"Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" si enuncia, al comma 4 dell’art. 1,il principio che “ Gli enti locali, le regioni e lo Stato, nell'ambito delle rispettive competenze, riconoscono e agevolano il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale, degli organismi della cooperazione, delle associazioni e degli enti di promozione sociale, delle fondazioni e degli enti di patronato, delle organizzazioni di volontariato, degli enti riconosciuti delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese operanti nel settore nella programmazione, nella organizzazione e nella gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”. I successivi due commi confermano e rafforzano il concetto.
È chiaro che questa legge importante, da cui dipende gran parte dell’evoluzione in atto del sistema di welfare, ha posto un grande rilievo sull’associazionismo affermandone l’obbligo di riconoscimento da parte degli enti pubblici. Ma come sempre non basta affermare i principi che, in mancanza di altre azioni, possono rimanere lettera morta.
Con tutti i problemi che hanno di fronte è chiaro che gli enti pubblici non è probabile che si impegnino particolarmente a valorizzare chi – spiace dirlo – spesso non riesce da solo a creare un elemento di attenzione intorno a sé. Si, la legge dice che le associazioni devono essere valorizzate ma come può avvenire un tale fenomeno se manca un soggetto di collegamento tra gli enti? Come si può valorizzare chi non è organizzato? A questo punto molti potrebbero insorgere facendo notare che questa o quest’altra associazione sono ben organizzate, ma non sarebbe difficile dimostrare immediatamente che semmai si tratta di organizzazione interna, egocentrica e autoreferenziale.
Le poche esperienze che mi è capitato di fare con le associazioni locali mi hanno dimostrato che la spinta più forte non è certo l’apertura a nuove forme di visibilità collettiva, ma semmai di propaganda dell’immagine per conseguire vantaggi per il proprio particolare. È umano e non mi sento di infierire, ma è indispensabile prendere in considerazione nuovi metodi e nuove strade.
Rivolgendomi a tutte le associazioni e in particolare a quelle che operano nel territorio piacentino ritengo utile proporre una riflessione sull’opportunità di impegnarsi per la costituzione di un forum del terzo settore provinciale. La proposta può essere utilmente estesa a tutte le province in cui non si è ancora fatta una tale iniziativa. A tale proposito è utile considerare che solo dove le associazioni si sono date un’organizzazione aggregativa sono state ascoltate ad esempio nella predisposizione dei Piani di Zona. Si veda in merito la ricerca sulla partecipazione locale curata dall’IRESS e riguardante in particolare “Il rapporto tra gli Enti Locali e Terzo settore: modelli di governance e programmazione territoriale” sui Piani di Zona in Emilia Romagna.
È possibile scaricare la ricerca al link http://www.terzosettoreemiliaromagna.it/AreaDati/download/118ModelliGovernance.pdf

lunedì 9 novembre 2009

Corso di alta formazione - Graduatoria

Si comunica che è stata pubblicata la graduatoria dei richiedenti il vuocher per i coprsi di alta formazione.
Il corso proposta in seguito alla collaborazione di ENDO FASP Don Orione e ANOSS sul "Middle management" dei servizi alla persona ha avuto un buon successo di pubblico infatti hanno fatto richiesta di partecipare una ventina di persone, ma la maggior parte di queste, benchè siano state ammesse, non sono risultate in una posizione di graduatoria sufficientemente alta per poter entrare tra quelle finanziate.
per la verità il regolamento di queste graduatorie è alquanto complesso e rischia di essere dispersivo, infatti da una parte si considerano i corsi che possono essere a mmessi o meno presi singolarmente . e dall'altra si considerano i possibili utenti ai corsi che vengono presi in considerazione singolarmente e inclusi in un'unica graduatoria regionale indistinta tra corso e corso.
In tal modo si è verificato che le domande ammesse e finanziate appartengono ai corsi più disparati e ognuno di essi ha poche o pochiossime domande fionanziate. così moltissimi utenti che si trovano in èposizione alta della graduatoria non potranno frequentare il corso a cui erano interessati perchè non ha un'utenza sufficiente.
A questa graduatoria faranno seguito molte decisioni di rinuncia che farà slittare in avanti alcune posizioni, quindi invitiamo i richiedenti il corso sul Middle Management a NON RINUNCIARE!!!

domenica 8 novembre 2009

Un corso proposto da Don Orione

Di seguito riportiamo il volantino di un corso proposto dall'ente di formazione ENDO FAP- DON ORIONE di Borgonovo.

La terapia della Bambola

ARGOMENTI
La terapia della bambola
Le bambole terapeutiche ( caratteristiche, modalità di utilizzo)
La terapia della bambola con persone affette da demenza
Le priorità terapeutiche
La valutazione del caso
I processi di inserimento terapeutico
Definizione degli obiettivi primari e secondari
La terapia della bambola e i disturbi del comportamento
Studio e progettazione dell’ intervento terapeutico
Le metodologie di valutazione
Analisi conclusiva del caso clinico

Il percorso formativo è stato modulato bilanciando momenti teorici con situazioni esperienziali rinforzate da simulazioni operative.

Il percorso formativo si propone diversi obiettivi:
· Ottimizzare le sinergie tra i diversi interventi terapeutici
· Gestione delle problematiche comportamentali con la bambola terapia
· Favorire attraverso l’utilizzo della terapia della bambola gli interventi assistenziali e terapeutici
· Migliorare l’efficacia degli interventi sull’utenza

DESCRIZIONE AZIONI PREVISTE
· Lezione frontale e simulazioni operative
· Analisi di casi pratici
· Uso di strumenti video

DESTINATARI
Educatori, operatori socio assistenziali, infermieri, fisioterapisti , e tutti i professionisti che si occupano di relazione d’aiuto

Tempi: Una giornata formativa (8ore)

DATA: 20 novembre 2009


COSTI: 100 euro omnicomprensivi con emissione di regolare fattura

DOCENTE: Dott. Ivo Cilesi, Musicoterapeuta

PER INFORMAZIONI: Tel. 0523/862527 Fax: 0523/863420

Per uteriori i9nformazioni sull'attività formativa dell'ente clicca sul logo ENDO FAP-DON ORIONE sulla colonna a fianco


_______________________________________________________
Sede legale via Sarmato, 14 29011 BORGONOVO V.T. (Piacenza) - Tel. 0523/862527- Fax 0523/863420 –
Unità Locale via Mandelli, 2 - 29121 Piacenza Tel.0523/347511 Fax. 0523/347533
Cod.Fisc. 80004440337 - P. IVA 01125010338
E-mail :
info@donorioneweb.com

martedì 13 ottobre 2009

Consulta dei servizi sociali. Verbale della riunione del 1° ottobre

CONSULTA DEI SERVIZI SOCIALI. Riunione del 1° Ottobre 2009.

Associazioni presenti: Associazioni presenti: 23 (ABC, ACAT, AID, AIP, ALZHEIMER, ANMIL, ANOSS,APERTA-MENTE, AQUILONE, AUSER, CIF, DIABETICI, DON FRANCO MOLINARI, GIUOCO BIMBI, GLI STAGIONATI, GRUPPO VOLONTARIATO VINCENZIANO, PRISCILLA, TUTELA MALATI DI MENTE, VIGILI DEL FUOCO, VIVI CON STILE, TRIBUNALE DIRITTI DEL MALATO, TURRIS USD, ANTEAS)
Alla riunione era prevista la partecipazione dell'Assessore Giovanna Palladini e l'ODG prevedeva la presentazione del progetto "Anziano Sicuro"
Alle ore 17, alla presenza dell'Assessore, la riunione inizia con l'illustrazione del progetta da parte del Coordinatore della Consulta dott. Dino Giorgi Pierfranceschi.
Al termine dell'illustrazione prende la parola l'assessore Giovanna Palladini. Afferma che il Comune è interessato al progetto in quanto sta molto a cuore il problema della sicurezza a tutti i livelli. Riconosce l'importanza della sicurezza percepita sia nei momenti di bisogno di servizi sia nella vita quotidiana.
Dando una scorsa al progetto pone particolarmente in risalto i temi che riguardano la non autosufficienza in quanto in conseguenza del nuovo trend demografico si ha un gran numero di Grandi Anziani i cui figli, naturali responsabili della loro cura, sono a loro volta anziani. Afferma che sarà necessario promuovere più servizi destinati a questa voce anche perché le grandi difficoltà si hanno quando, alla fine, le famiglie si scoprono impreparate a fronteggiare il problema dell'accudimento di un familiare non autosufficiente.
In un momento difficile bisogna decidere in fretta e con soluzioni innovative. C'è un bisogno di trasmettere informazione a cui rispondono le istituzioni e in parte anche altri enti quali il sindacato, non sarebbe male che anche le associazioni assumessero un ruolo in questo senso. La proposta della Palladini è in sintesi quella che i volontari e comunque i membri delle associazioni diventino dei "divulgatori". Non che debbano fare una attività speciale, ma semplicemente, nella loro quotidianità, siano divulgatori di informazioni circa i servizi e la loro accessibilità.
All'uopo vede la necessità di un incontro coi tecnici del comune che possono dare i punti di orientamento. Ricorda in proposito che esiste un opuscolo con tutti i dati che può costituire un supporto utile per un'informazione corretta.
Vengono fatti diversi interventi da parte dei presenti. Bisognerebbe coinvolgere i medici di base nell'attività di divulgazione (ANOSS); a volte nell'attività di aiuto alle persone c'è la necessità di una vera e propria presa in carico della persona richiedente (AUSER); a volte più che conoscere le cose è necessaria una persona a fianco (Coordinatore)
L'assessore Giovanna Palladini richiama l'attenzione sul fatto che non si devono confondere in ogni caso i ruoli e che la presa in carico spetta alle istituzioni. Ma il comune fa quello che può.
Si è parlato anche della necessità di formazione e l'assessore ha approvato l'idea che si aprano opportuni canali formativi per gli obiettivi di cui si è detto e in rapporto alla missione propria di ogni associazione. L’Assessore ha inoltre sottolineato che i tempi di realizzazione di questa iniziativa non saranno brevi.
L'informazione deve essere coerente e corretta, quindi è indispensabile una attività preparatoria per evitare comunicazioni monche o peggio contraddittorie.
La conclusione, in sostanza della riunione, è che le associazioni possono assumere un ruolo attivo facendo attività di divulgazione e che a questo fine si prevede di organizzare un momento di incontro per portare idee e stabilire un metodo.

lunedì 12 ottobre 2009

"Talenti di cura: il modello italiano di validazione delle competenze delle Assistenti familiari"

Giovedì 15 ottobre a Bologna – Torre Legacoop – ci sarà il Workshop finale relativo al progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma di apprendimento permanente -Progetti multilaterali- dal titolo "Talenti di cura: il modello italiano di validazione delle competenze delle Assistenti familiari".
L’occasione di incontro, confronto e studio affronta il problema della validazione delle competenze acquisite nell´esperienza lavorativa da parte delle assistenti familiari e verifica la possibilità di trasferire il modello francese in merito.
L´incontro, di cui si allega il link per scaricare il programma, si arricchisce con l’illustrazione dei risultati della sperimentazione effettuata su oltre 100 assistenti familiari di diverse parti d’Italia e con la presentazione dell’applicativo on line per la validazione.
http://www.emiliaromagnasociale.it/wcm/emiliaromagnasociale/agenda/2009/ottobre/15_talentidicura/invito_seminario_conclusivo.pdf

giovedì 8 ottobre 2009

Contro le discriminazioni. Piccola guida e incontri.

Rilanciamo le notizie.
Oggi, giovedì 8 ottobre in Provincia uffici di Borgo Faxal, ci sarà un incontro, presieduto dall’assessore Gallini, per presentare l’attività del Centro regionale contro le discriminazioni. La volontà è quella di valorizzare le esperienze, di rafforzare la rete e di ampliarla. (Per tutti i particolari vai link retepiacenza.it

Anche a Modena, oggi e domani, presso il Policlinico (Aula Magna – via del Pozzo, 71 – Modena) si terrà la conferenza internazionale intitolata “Costruire Ponti Verso il Futuro: come sviluppare competenze culturali e skills per il management dei conflitti nella società multietnica”. L’evento è organizzato dal Master Transculturale dell’Università di Modena e accreditato dalla Regione Emilia-Romagna (ECM - Educazione continua in medicina). La Conferenza è rivolta a dirigenti, amministratori, decisori politici e professionisti del welfare e proporrà un confronto tra modelli internazionali di inclusione dei nuovi cittadini, di convivenza e di transculturalità. Chi è interessato può scaricare il PROGRAMMA.pdf


A Bologna, sempre domani, 9 ottobre, il CESD - Centro Europeo Studi sulla Discriminazione organizza il convegno "Welfare e immigrazione. Una ricognizione normativa tra politiche e applicazioni giurisprudenziali", con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia e del Comune di Bologna. Anche per questo convegno si può scaricare Il Programma.pdf


Piccola guida contro le discriminazioni

Essere trattati in modo diverso, essere esclusi da un servizio, da un’opportunità, da un lavoro, subire commenti, osservazioni o molestie a causa della propria nazionalità, etnia, religione, orientamento sessuale. Oppure a causa del proprio aspetto, genere, età o caratteristiche fisiche. Chi si trova in questa situazione subisce una discriminazione, comportamento non soltanto censurabile moralmente, ma vietato dalla legge. Sono però diverse le forme che la discriminazione può assumere, tanti i fattori che la caratterizzano e complicate le situazioni che genera. Per fare chiarezza su quali siano i comportamenti davvero discriminatori e come contrastarli, la Regione Emilia-Romagna ha realizzato in collaborazione con il Comune di Modena una “Piccola guida contro le discriminazioni”.
In occasione dell’Anno Europeo delle Pari Opportunità per tutti, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di avviare un “Centro regionale sulle discriminazioni” che, attraverso una rete di nodi e sportelli territoriali, si occupi di consulenza e orientamento, prevenzione, monitoraggio e sostegno ai progetti e volti a eliminare le situazioni di svantaggio ai danni in particolare di persone straniere.
La “Rete contro le discriminazioni” è formata da enti locali, associazioni ed organizzazioni di tutto il territorio che offrono un luogo di accoglienza, sostegno, orientamento e supporto verso le persone che hanno subito una discriminazione.
I nodi, gli sportelli e “le antenne” della rete offrono ascolto, informazione e consulenza gratuiti a coloro che ritengono di aver subito discriminazione.
Per saperne di più andate sul sito della regione al linkantidiscriminazioni.htm

mercoledì 7 ottobre 2009

Consulta dei servizi sociali. Riunione del 1° ottobre 2009


Associazioni presenti: 23(ABC, ACAT, AID, AIP, ALZHEIMER, ANMIL, ANOSS,APERTA-MENTE, AQUILONE, AUSER, CIF, DIABETICI, DON FRANCO MOLINARI, GIUOCO BIMBI, GLI STAGIONATI, GRUPPO VOLONTARIATO VINCENZIANO, PRISCILLA, TUTELA MALATI DI MENTE, VIGILI DEL FUOCO, VIVI CON STILE, TRIBUNALE DIRITTI DEL MALATO, TURRIS USD, ANTEAS)

Alla riunione era prevista la partecipazione dell'Assessore Giovanna Palladini e l'ODG prevedeva la presentazione del progetto "Anziano Sicuro"

Alle ore 17, alla presenza dell'Assessore, la riunione inizia con l'illustrazione del progetta da parte del Coordinatore della Consulta dott. Dino Giorgi Pierfranceschi.
Al termine dell'illustrazione(Per comodità del lettore il testo del progetto è riportato nella colonna a fianco), prende la parola l'assessore Giovanna Palladini. Afferma che il Comune è interessato al progetto in quanto sta molto a cuore il problema della sicurezza a tutti i livelli. Riconosce l'importanza della sicurezza percepita sia nei momenti di bisogno di servizi sia nella vita quotidiana. Dando una scorsa al progetto pone particolarmente in risalto i temi che riguardano la non autosufficienza in quanto in conseguenza del nuovo trend demografico si ha un gran numero di Grandi Anziani i cui figli, naturali responsabili della loro cura, sono a loro volta anziani. Afferma che sarà necessario promuovere più servizi destinati a questa voce anche perchè le grandi difficoltà si hanno quando, alla fine, le famiglie si scoprono impreparate a fronteggiare il problema dell'accudimento di un familiare non autosufficiente. In un momento difficile bisogna decidere in fretta e con soluzioni innovative. C'è un bisogno di trasmettere informazione a cui rispondono le istituzioni e in parte anche altri enti quali il sindacato, non sarebbe male che anche le associazioni assumessero un ruolo in questo senso. L aproposta della Palladini è in sintesi quella che i volontari e comunque i membri delle associazioni diventino dei "divulgatori". Non che debbano fare una attività speciale, ma semplicemente, nella loro quotidianità, siano divulgatori di informazioni circa i servizi e la loro accessibilità.
All'uopo vede la necessità di un incontro coi tecnici del comune che possono dare i punti di orientamento. Ricorda in proposito che esiste un opuscolo con tutti i dati che può costituire un supporto utile per un'informazione corretta.
Vengono fatti diversi interventi da parte dei presenti. Bisognerebbe coinvolgere i medici di base nell'attività di divulgazione (ANOSS); a volte nell'attività di aiuto alle persone c'è la necessità di una vera e èropria presa in carico della persona riciedente (AUSER); a volte più che onoscere le cose è necessaria una persona in fianco (Coordinatore)
L'assessore Giovanna Palladini richiama l'attenzione sul fatto che non si devono confondere in ogni caso i ruoli e che la presa in carico spetta alle istituzioni. Ma il comune fa quello che può.
Si è parlato anche della necessità di formazione e l'assessore ha approvato l'idea che si aprano opportuni canali formativi per gli obiettivi di cui si è detto e in rapporto alla missione poropria di ogni associazione.
L'informazione deve essere coerente e corretta, quindi è indispensabile una attività preparatoria per evitare comunicazioni monche o peggio contraddittorie.
La conclusione, in sostanza della riunione, è che le associazioni possono assumere un ruolo attivo facendo attività di divulgazione e che a questo fine si prevede di organizzare un momento di incontro per portare idee e stabilire un metodo.

In tutta sincerità, mi si passi un'osservazione, pare abbastanza manifesta una certa perplessità di fronte a ipotesi progettuali concretizzabili da parte della Consulta e ciò, se non ho capito male, perchè il comune non deve perdere il ruolo centrale di soggetto di riferimento per la presa in carico; cosa che peraltro nessuno, credo, aveva mai messo in dubbio.

giovedì 1 ottobre 2009

Consulta comunale dell’immigrazione. 30 Settembre ore 21,00

10 presenti in rappresentanza di 8 associazioni (Koinè, Sentieri nel mondo, Mondo Aperto, Elegance-donne ivoriane, ANOSS, Alzheimer, Interculturale Italo-Indiana, MLAL)

L’ODG prevedeva:
• Verifica delle attività concluse, in corso e in fase di progettazione
• La Mediazione Interculturale a Piacenza. Riflessioni in merito al servizio esistente nella città. Proposte, suggerimenti per possibili miglioramenti del servizio stesso.

La Coordinatrice della Consulta, Edvin Shehu, ricorda prima di tutto l’esito dell’ultima edizione del “Premio Nada” che è stato un successo sia da un punto di vista della partecipazione sia dello sviluppo regolamentare nuovo che rende possibile assegnare il premio a qualsiasi donna che abbia sostenuto un impegno per l’integrazione a prescindere dalla sua nazionalità di origine. È una buona scelta e un valido messaggio per far comprendere il senso vero dell’integrazione.
Viene descritta poi l’esperienza di collaborazione tra Koinè e l’associazione Alzheimer nella realizzazione di un incontro tra giovani in un torneo di calcio. Benché organizzata in poco tempo si rivelata un successo; è stata presente “Sentieri nel Mondo” e c’è stato un notevole coinvolgimento di Koinè Giovani con la realizzazione di una intervista al Presidente locale dell’ass. Alzheimer Andrea Gelati e all’assessore Paolo Dosi. Le partite si sono svolte al campo sportivo della Besurica. L’augurio è che iniziative del genere vengano riproposte e sviluppate per quanto possibile.
Da ultimo viene ricordato il progetto, di cui si è già parlato prima dell’estate, di una giornata di integrazione tra giovani a partire dall’analisi delle diverse culture in rapporto alle diverse religioni. La strategia dell’incontro è quella di mostrare quanto le diverse religioni hanno di comune e quanto possano costituire un punto di incontro e confronto e non di divisione. Si proseguirà nella ricerca degli esperti da coinvolgere continuando a ritenere interessante il progetto.

Il successivo punto discusso è molto importante.
Si tratta della richiesta della Provincia di dare un contributo nella definizione dei contenuti dei seminari che si svolgeranno a inizio anno nuovo in vista del Forum provinciale dell’immigrazione. Un rilievo positivo per il fatto che, per la prima volta, non solo i componenti della consulta e delle associazioni vengono invitati a partecipare ai lavori, ma vengono coinvolti fin dal momento della programmazione dei seminari, quindi viene concessa unì’opportunità di influenzare in modo significativo il contenuto degli interventi indirizzando gli organizzatori sui temi ritenuti più importanti e urgenti.
La Consulta propone due temi:
• l’integrazione come elemento di sviluppo e cambiamento sia per gli immigrati che per i cittadini della nazione ospitante.
• Integrazione dei cittadini di origine straniera nei fattori di progresso civile del lavoro e dell’economia.

Prima di trattare il secondo punto all’ODG viene fatta una comunicazione su un’iniziativa dal SERT. Si prevede un corso di formazione sui problemi della dipendenza da alcool rivolto ai gestori dei luoghi di consumo, quindi principalmente i baristi. Nella fase di progettazione del corso prendono parte anche rappresentanti delle consulte che hanno attinenza al tema. Sembra giusto candidare anche la Consulta all’immigrazione ad essere presente insieme a quelle che si occupano di giovani e di problemi sociali.

MEDIAZIONE INTERCULTURALE
Sul tema si parte dalla presa d’atto che alcune cose sono rimaste incompiute e si impone una ripresa di considerazione del problema per ottenere un vero passaggio di qualità. Già diversi anno fa si sono formati oltre 80 mediatori attraverso 5 corsi di formazione e si è intravista la possibilità di svilupparne il ruolo fino a farne una professione, quindi con riconoscimento formale del ruolo e la creazione dell’Albo dei Mediatori Interculturali. Un primo punto che viene sottolineato è che manca il servizio di Mediazione Interculturale a Centro per l’Impiego e su questo è necessario chiedere gli opportuni chiarimenti perché quello, per giudizio unanime dei presenti, “è il posto dove il Mediatore serve di più”.
L’osservazione più importante è che il Mediatore non è “dentro” alla struttura in cui opera. Così si sente un po’ come le veline: un po’ inutile e solo messo lì per bellezza! Raccogliendo la provocazione di un componente a non essere troppo consenzienti finendo per fare “i tappetini” ma di imbracciare il necessario coraggio e farsi sentire si è pervenuti alla decisione di non limitarsi a pubblicare il verbale di questa discussione, ma di redigere un documento, discuterlo alla prossima riunione della Consulta e portarlo agli organi competenti facendone nel contempo opportuna pubblicità.

Continuate a leggere il BLOG: ci saranno sempre le nuove informazioni sull’argomento

lunedì 28 settembre 2009

Riprendono gli incontro delle Consulte.

Prosegue,per ANOSS, l'esperienza di collaborazione con le consulte comunali.

Dallo scorso anno abbiamo aderito e facciamo parte della consulta dei servizi sociali e dell'immigrazione.

Con la prima abbiamo contribuito alla preparazione di un progetto "Anziano Sicuro" che si prefigge di versi scopi:
primo prevenire e correggere situazioni e comportamenti a rischio dando un aiuto a definire stili di vita puiù salutari e a prevenire incidenti domestici,
secondo promuovere il c.d. vicinato solidale per combattere l'isolamento e la solitudine,
terzo favorire l'acquisizione di un ruolo attivo nella comunità e,
da ultimo, sostenere i famigliari che si prendono cura degli anziani.
I volontari delle associazioni concorrenranno alla realizzazione di questi obiettivi.
Il progetto è stato predisposto prima dell'estate ed ora, alla ripresa dei lavori, è prevista una riunione di presentazione a cui prenderà parte l'ass. ai servizi sociali del comune Giovanna Palladini.
La riunimno si terrà il 1° ottobre 2009 alle ore 17,00 presso la sala delle consulte in via XXIV Maggio, 51.

Nello stesso luogo, in via XXIV Maggio, ma il giorno prima, mercoledì 30 settembtre, si terrà la riunione della consulta dell'immigrazione per una verifica delle attività già attuate o in fase di attuazione o progettazione e per svolgere una riflessione in merito al servizio relativo alla mediazione intercuilturale a Piacenza.

Su questo sito si darà resoconto della discussione e delle decisioni assunte nelle due riunioni.

mercoledì 23 settembre 2009

Corso di alta formazione per i servizisocioassistenziali. Modalità e tempi per chiedere il Voucher alla Regione

Corso di specializzazione
“IL MIDDLE MANAGEMENT NEI SERVIZI ALLA PERSONA”
Corso progettato in partenariato con l’associazione ANOSS sezione Emilia Romagna ammesso al Catalogo interregionale di Alta Formazione

DESTINATARI
I destinatari del corso sono persone occupate e in possesso di diploma di scuola secondaria superiore che occupa o che aspira ad occupare ruoli di responsabilità intermedia nel settore dei servizi socio assistenziali alla persona.
In particolare porta ad una specializzazione funzionale alle seguenti figure professionali: Coordinatori, RAA, Responsabili di nucleo/unità operative, Responsabili di servizio nonché educatori impegnati nel settore anziani, disabili e minori ed operanti in:
 strutture per anziani (RSA, centri diurni, servizi domiciliari,…)
 comunità residenziali e semi residenziali per disabili (fisici e psichiatrici) e minori
 centri educativi, centri estivi

OBIETTIVO GENERALE
Obiettivo generale del corso, più che sviluppare una competenza operativa specifica è quello di creare cultura, definire una visione d’insieme dei ruoli professionali di gestione e coordinamento sullo sfondo specifico dei servizi socio assistenziali.
La diversa provenienza, quanto a settore e livello dei partecipanti, è un elemento positivo e irrinunciabile del corso, in quanto l’elemento determinante della proposta formativa è la costruzione condivisa del contenuto in generale di un ruolo (posseduto o a cui si aspira) di responsabilità gestionale nei servizi alla persona. Le esperienze diversificate per settore e livello sono altresì un elemento funzionale alla metodologia di lavoro in quanto utili per porre in condivisione, approfondire e ampliare una visione del mondo dei servizi alla persona.
Il risultato a cui il corso tende, in generale, è il miglioramento della propria condizione professionale, intesa come rafforzamento delle capacità di integrazione con altre professionalità e, nello stesso tempo, delle proprie capacità di sintesi dei problemi operativi. Il corso si prefigge di fornire strumenti per affrontare questi problemi evitando lo stress individuale senza riferirsi ad una professionalità specifica.


FINALITA'

Il corso è rivolto a persone con esperienza di lavoro nei servizi alla persona che si vogliono specializzare in un ruolo di middle management e quindi rafforzare le proprie risorse e sviluppare un plus professionale a supporto dell'efficacia organizzativa e del miglioramento qualitativo di un'azienda di servizi di cura.

SPECIALIZZAZIONE
E’ un corso di specializzazione per sviluppare/acquisire competenze indispensabili per lo sviluppo del SETTORE DEI SERVIZI ALLA PERSONA. Si tratta di un settore in evoluzione verso criteri di maggior qualità (accreditamento entro 2011) e che in quanto settore in crescita può garantire:
o certezza di lavoro
o possibilità di lavoro qualificato e ben remunerato
o possibilità di carriera
Tra le finalità del corso non vi è la certificazione di competenze per progressione di livello e non è un corso di qualificazione per RAA.

CONTENUTI
Scenario sociale e legislativo. Le funzioni del middle management. La comunicazione in azienda. Organizzazione e lavoro di cura. I sistemi di valutazione e governance. La politica per la qualità. Controllo di gestione. I ruoli professionali. La conduzione del personale.

METODOLOGIA
Il carattere del corso è quello di tendere ad un approfondimento di quelle materie che più incidono sugli aspetti psicologici e sociologici e, in generale, quegli aspetti di natura umana che più coinvolgono gli operatori. Tutte le materie verranno trattate partendo da questo presupposto: più che un’integrazione astratta della propria formazione professionale il partecipante deve acquisire un approfondimento di quell’elemento di cultura professionale e umana utile a rendere più facili e proficui i rapporti interprofessionali.

DOCENTI
Il corso verrà tenuto da personale altamente qualificato: docenti universitari ed esperti con conoscenza nel campo della formazione e curriculum professionale nel settore.

MODALITA' DI ACCESSO
L'accesso al corso può avvenire sia attraverso un contributo privato sia attraverso la richiesta di un assegno formativo individuale (Voucher). La domanda per il voucher deve avvenire con la procedura indicata nel sito www.altaformazioneinrete.it entro e non oltre le ore 13 del 2 ottobre 2009. L'erogazione del voucher è subordinata alla verifica dei requisiti e all'ammissione del richiedente alla graduatoria.
Il corso verrà attivato solo al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti (4 allievi destinatari di assegno individuale)

TEMPI E SEDE
Il corso ha una durata di 160 ore a partire da gennaio 2010
Sede del corso Via Mandelli,2 – Piacenza
Il percorso, essendo rivolto a lavoratori, sarà proposto in orari adeguati e concordati con gli stessi partecipanti. Le lezioni saranno diluite nel periodo gennaio-giugno 2010
Al termine verrà rilasciato attestato di frequenza

INFO E ASSISTENZA
Per ulteriori informazioni e assistenza nella compilazione della domanda rivolgersi all'ente gestore del corso:
ENDO-FAP Don Orione
Via Sarmato, 14 - Borgonovo V.T.
Via Mandelli, 2 – Piacenza
tel.0523.347529 – chiedere di Silvia Fava
info-piacenza@donorioneweb.com

giovedì 17 settembre 2009

IL MIDDLE MANGEMENT NEI SERVIZI ALLA PERSONA

Il MIddle Management nei servizi alla persona

Sul quotidiano Libertà di ieri (16-set-2009) è stato pubblicato un inserto promozionale del Corso di Specializzazione "IL MIDDLE MANAGEMENT NEI SERVIZI ALLA PERSONA" - Attività ammessa al Catalogo interregionale dell'Alta Formazione.
il corso è stato progettato in partenariato con l'associazione ANOSS sezione dell'Emilia Romagna.
Di seguito una sintesi del comunicato

DESTINATARI
Persone occupate e in possesso di diploma di scuola secondaria superiore.

FINALITA'
Il corso è rivolto a persone con esperienza di lavoro nei servizi alla persona che si vogliono specializzare nel ruolo del middle management e quindi rafforzare le proprie risorse e sviluppare un plus professionale a supporto dell'efficacia organizzativa e del migliortamento qualitativo di un'azienda di servizi di cura.

CONTENUTI
Scenario sociale e legislativo. Le funzioni del middle management. La comuinicazione in azienda. Organizzazione e lavoro di cura. I sistemi di valutazione e governance. La politica per la qualità. Controllo di gestione. I ruoli professionali. La conduzione del personale.

MODALITA' DI ACCESSO
L'accesso al corso può avvenire sia attraverso un contributo privato sia attraverso la richiesta di un assegno formativo individuale (Voucher).
La domanda per il voucher deve avvenire con la procedua indicata nel sito www.altaformazioneinrete.it entro e non oltre le ore 13 del 2 ottobre 2009.
L'erogazione del voucher è subordinata alla verifica dei requisiti e all'ammissione del richiedente alla graduatoria.
Il corso verrà attivato solo al raggiugimento di un numero minimo di partecipanti (4 allievi destinatari di assegno individuale)

TEMPI E SEDE
Il corso ha una durata di 160 ore e si terrà da gennaio a giugno 2010
Sede del corso Via Mandelli,2 - Piacenza
Al ytermine verrà rilasciato attestato di frequenza

INFO E ASSISTENZA
Per ulteriori informazioni e assistenza nella compilazione della domanda rivolgersi all'ente gestore del corso:
ENDO-FAP Don Orione
Via Sarmato, 14 - Borgonovo V.T.
Via Mandelli, 2 - Piacenza
tel.0523.347529
info-piacenza@donorioneweb.com

mercoledì 16 settembre 2009

Al via un corso sul Middle Management dei servizi assistenziali

Il corso progettato da ENDO-FAP Don Orione di Borgonovo in partenariato con ANOSS è stato approvato dalla Regione Emilia Romagna e inserito nel catalogo interregionale di Alta Formazione

L'alta formazione così come prevista dagli accordi interregionali presenta annualmente un catalogo di corsi di riqualificazione professionale nei vari settori dell’economia. La formazione destinata alle posizioni di responsabilità è una delle risposte agli effetti delle crisi economica ed uno degli strumenti fondamentali per uscirne velocemente. Per questa ragione anche nel settore dei servizi socio assistenziali se ne vede un’opportuna applicazione.
l'associazione Nazionale degli Operatori Sociali e sociosanitari sempre attenta alle opportunità di riflessione e studio nel nostro delicato settore ha collaborato con l’ente di formazione ENDO-FAP Don Orione per la progettazione del corso di specializzazione intitolato “Il Middle Management nei servizi alla persona”. Tale corso è dedicato a tutti gli interessati occupati nel settore nelle varie posizioni di responsabilità intermedia che siano appartenenti ad aziende private/cooperative e siano in possesso del titolo di studio di scuola media superiore.
Il responsabile intermedio è una figura professionale fondamentale per il buon funzionamento delle strutture ed è su questa che si può impostare una riqualificazione globale dei servizi sempre più compressi tra esigenze economiche e obiettivi di qualità crescenti e sempre più difficili da conseguire.
Il corso mira a creare responsabili più qualificati nel difficile compito della soddisfazione del cliente rappresentato, in questo caso, non solo dall’utilizzatore del servizio in senso stretto ma anche gli enti pubblici come il comune e tutti coloro che hanno interesse ad un buon funzionamento del servizio nei suoi vari aspetti. I responsabili intermedi sono professionalità non ancora compiute; lo sviluppo che c’è stato in sanità non è nemmeno sfiorato nel nostro settore, quindi, non me ne voglia nessuno, è proprio ora che qualcuno se ne occupi. Magari uscendo un po’ dagli schemi rigidi come quelli che a suo tempo la nostra regione ha imposto creando figure che, non trovando riscontro a livello nazionale, non hanno avuto nello sviluppo della cultura scientifica e nel vissuto pratico e normativo quell’attenzione che meritavano.
La posizione di capo intermedio ci vuole, come in tutte le aziende, indipendentemente dal prodotto, ma l’esatto contenuto professionale può essere deciso a livello di azienda. Ecco perché si può essere a favore di un criterio formativo orientato al middle management in senso generale e non a una figura troppo specificamente caratterizzata.
Quanto agli obiettivi del corso si deve considerare che il capo intermedio nello svolgimento della sua specificità professionale vive permanentemente una doppia esposizione, verso l’alto e verso il basso, nella struttura organizzativa in continuo rimbalzo tra richieste eterogenee, provenienti da due mondi diversi, spesso lontani, se non addirittura opposti e spesso in conflitto. Nel futuro prossimo l’azienda che eroga servizi alla persona sia pubblica che privata dovrà aprirsi a una molteplicità di punti di vista, tutti importanti, tutti necessari per dare una risposta di qualità complessiva sufficiente e capace di sostenere l’azienda nella pesante sfida competitiva che si sta profilando. Questo l’obiettivo: saper costruire le culture e sollecitare le menti verso gli obiettivi necessari a sostenere la sfida futura dei servizi attraverso la creazione di una nuova leadership professionale connotata da una rafforzata capacità di gestire con equilibrio gli impegni economici e gli obiettivi di qualità sviluppando un plus professionale individuato nella capacità di scoprire, rafforzare e rendere disponibili le risorse immateriali dei collaboratori e proprie lanciate a supporto di un nuovo e più umano concetto di integrazione professionale.
Le materie su cui punta l’attenzione son quelle di sempre nei corsi di specializzazione delle attività manageriali nel campo dell’assistenza. Sono lo scenario sociale e legislativo in cui si inserisce il lavoro di assistenza; gli aspetti tecnico-medici che influenzano in modo determinante il lavoro di assistenza. Teoria e pratica di organizzazione aziendale. Il controllo economico di gestione. La politica per la qualità e le norme per la qualità. La gestione per processi e la conduzione del personale. La comunicazione e i supporti informatici. Compatibilità tra obiettivi di qualità del servizio e qualità di vita degli operatori. La conduzione del personale in un’azienda di servizi a persone che vivono in disagio aspetti tecnici, sindacali e psicologici. Ma se in generale le materie sono dei classici quello che è cambiato è lo sfondo culturale su cui queste materie vengono illustrate.
Una recente letteratura parla di “sense making” ritenendo che la produzione di senso all’interno dell’azienda tenda a de-localizzarsi, dal centro alle periferie; ovvero il senso di ciò che l’azienda realizza appartiene più alla base che al vertice. Il senso si origina attraverso l’azione e l’elaborazione e con un attento presidio dell’azione per tutti i responsabili che devono collaborare in una forma operativa efficace di integrazione. Questa è la linea culturale sulla base della quale si è tracciato il programma formativo del corso. Si tratta di un obiettivo formativo nuovo per il middle management delle aziende di servizio ed è ciò che sembra auspicabile. Come si è detto alcuni dei pensieri suesposti sono ricavati da un esempio concreto che può essere visto sul Portale dell’alta formazione in rete Il corso si chiama “Il Middle Management nei servizi alla persona”. L’invito è quello di prendere visione di questo e valutare l’opportunità di iscriversi o far iscrivere i propri collaboratori.

Per maggiori informazioni accedere al sito

http://www.altaformazioneinrete.it/tabid/130/Default.aspx
selezionare Emilia Romagna e Piacenza
Selezionare il corso n°6039 scaricando l’allegato in PDF col la scheda del corso

martedì 8 settembre 2009

Un commento all'articolo sulla carenza di posti nelle strutture per anziani

Ospizi, trecento in coda
per avere un posto letto


L'emergenza sui non autosufficienti e le risposte del Comune:
verrà esteso l'incentivo-badanti per pagarne i contributi.

Questo il titolo e il sommario apparso su "Libertà" del 4 settembre.

Commentando l’articolo a firma Soffientini Patrizia complimenti alla giornalista che mette in evidenza un problema vero e grave ma “zero” a colui che ha fatto il titolo. Basta parlare di ospizio, è una parola da dimenticare!
L’ospizio era quel luogo dove si scaricavano i problemi dei vecchi; il posto dove chi non aveva nessuno o che aveva famigliari con poche o pochissime risorse andava a morire in un ambiente pieno di puzza, in cameroni di 12 letti con un bagno in fondo al corridoio, con un infermiere ogni 50 ospiti, pulizie sommarie e cucina adeguata alla classe dell’ospizio.
Da più di trent’anni si chiamano case protette o RSA secondo una definizione prevista dalla normativa nazionale. Anche i nomi hanno la loro importanza. L’ospizio era quella cosa che ho descritto sopra e che non deve più tornare, quel posto che nascondeva al mondo le sofferenze dei vecchi, tolti dalla vista perché disturbavano la serenità dei sani.
Anche i nomi hanno la loro importanza: se continuiamo a parlare di ospizi va a finire che qualcuno ce li ripropone.. già perché è evidente che gestire un ospizio costa meno che gestire una RSA!
Dall’articolo si capisce ciò che del resto a chi conosce l’ambiente era chiaro da un pezzo e cioè che le risorse della Regione e del Comune non bastano a fronteggiare la domanda e quindi si va dritti verso la soluzione a pagamento creando quello che esiste in tutti i mercati: la segmentazione del prodotto per vari livelli di qualità. Non è di per sé una bestemmia (anche se viene messa in crisi l’universalità del diritto -L. 328/2000- come lo Stato avrebbe voluto in tempi forse economicamente migliori)purché tutta l’offerta garantisca i requisiti minimi. Questo è il compito delle istituzioni: accertare che tutti gli enti che producono servizi alle persone anziane abbiano i requisiti minimi di qualità.
L’autorizzazione al funzionamento ha questa funzione e gli enti preposti, cioè il Comune tramite l’Azienda Sanitaria, devono impostare un sistema di controllo meno burocratico e più attento agli elementi di qualità di sostanza. Superfici minime e numero minimo di operatori sono elementi importanti ma non deve essere trascurata la qualità della formazione. Meglio qualche metro quadro in meno per ogni ospite che operatori poco formati e con turn over elevato.
Se si continua ad alzare il livello di qualità formale si continua ad aumentare i costi con riduzione del numero delle persone che possono essere soddisfatte. Si deve si segmentare il prodotto in base però all’intensità del servizio richiesto e trovare un modo corretto per commisurare il prezzo alle caratteristiche.
Se le risorse sono scarse non possiamo aumentare la qualità e ridurre il numero degli anziani soddisfatti, dobbiamo garantire una qualità sufficiente a tutti e l’eccellenza, spiace doverlo ammettere, può andare a pagamento. Se non si farà così con una cosapevole determinazione istituzionale si farà così ugualmente nell’ignoranza o nella tolleranza istituzionale con amplificazione di un fenomeno che già in parte esiste. L’eccellenza fuori dal sistema pubblico, per i pochi che possono permettersela, l’alta qualità offerta dall’accreditamento pubblico ancora per pochi fortunati e per tutti gli altri -tanti- il disagio. O qualità incerta di un sistema domiciliare fai da te con badanti comunque care per quello che sanno fare, o qualità incerta di una casa di riposo non accreditata che basa la sua legittimazione su un’autorizzazione al funzionamento troppo burocratica perché possa garantire alcunché.

venerdì 14 agosto 2009

Welfare e Crisi. Pregiudizi e azione politica

Recentemente a Borgo Faxhall nella sede della Provincia si è tenuto un incontro per favorire l'integrazione dei cittadini immigrati. Questo il tema della discussione che ha visto come promotore dell'iniziatva l'assessore provinciale Pier Paolo Gallinie come protagonisti gli assessori alle politiche sociali dei comuni capodistretto: Giovanna Palladini (Piacenza, Marina Vercesi (Castelsangiovanni), Angelo Mussi (Fiorenzuola),alcuni funzionari e il direttore del Cedomis Massimo Magnaschi.

Si ètrattato di un primo momento di incontro e confronto sulle politiche a favore dell'integrazione ponendo come obiettivo l'ampliamento della rete territoriali contro le discriminazioni. Si è parlato anche del progetto del "Forum provinciale dell'immigrazione 2009"
e del progetto "Il volto femminile dell'immigrazione: ricerca - intervento sulle donne immigrate in provincia di Piacenza".

La nota dell'ufficio stampa della Provincia, come rierito dalla LIbertà, conclude affermando che il tutto si è svolto in un clima di collaborazione e di condivisione degli obiettivi e della metodologia da seguire nella programmazione.

Non resta che congratularsi con i protagonisti e in primo luogo col promotore dell'iniziativa acui vogliamo ricordare chetrovare accordo sugli obiettivi è relativamnte facile. Certo molto più facile che ottenere risultati concreti rispetto a tali obiettivi. Troppo forti sono le spinte contrarie e si può fare solo un augurio al neoassessore: essere un campione di slalom, per infilare - giuste - le porte ed evitare i numerosi paletti che si frappongono fra la definizione degli obiettivi e il traguardo.
Invito a leggere gli approfondimenti pubblicati sui blog e ne riporto integralmente uno che può essere interessante.

Welfare e Crisi(W-&-C)
Immigrazione, informazione e pregiudizi

Analizzando i dati dell’ISTAT abbiamo visto diversi fenomeni interessanti culminanti con l’osservazione che i cittadini stranieri che sono e saranno presenti in Italia sono prevalentemente in una classe di età che rende più favorevole il rapporto tra lavoratori e anziani. È chiaro dunque che gli stranieri con la loro esistenza influenzano le caratteristiche del welfare rendendo possibili azioni che richiedono risorse che lo solo strato giovane della popolazione può produrre. Si è detto molte volte e da più parti che l’Italia è una nazione che invecchia e che ciò comporta problemi di gestione dei servizi sociosanitari, ma è chiaro che le difficoltà che si incontrano non sussistono in senso assoluto, ovvero, non è che in Italia non si conoscono le tecniche sanitarie o socio assistenziali, anzi, in molte regioni è stato raggiunto un livello d’avanguardia. È bensì vero, invece, che mancano le risorse per intervenire al livello di numero e di qualità che si richiede, non si tratta semplicemente di mancanza di risorse economiche ma anche di personale adeguato per numero e formazione. Dunque, man mano che il tempo passa, abbiamo sempre più bisogno di attività assistenziali (perché gli anziani aumentano), ma abbiamo sempre meno risorse di finanza pubblica da impiegare (per il peggioramento del rapporto tra anziani e lavoratori), inoltre le professioni socio assistenziali non rappresentano una grande attrattiva per i giovani quindi o non si avvicinano a questo lavoro o lo fanno con scarsa soddisfazione con conseguenze negative sulla qualità della performance e sul turn over. Questa parte del discorso poggia solo su elementi qualitativi, non disponendo al momento di dati statistici appropriati. Attingendo semplicemente all’esperienza personale diretta o indiretta, è possibile riferire che il numero delle operatrici straniere extracomunitarie è in aumento e che nei corsi di formazione di prima formazione, di solito, circa la metà delle iscrizioni sono riferite a straniere. Se a questo si aggiunge l’enorme peso delle badanti si capisce bene che il personale straniero, regolare e non, rappresenta un supporto insostituibile del welfare italiano. Le irregolarità, di qualunque genere e per qualunque fine, non vanno difese, ma ciò che di buono viene realizzato anche attraverso il lavoro irregolare va invece difeso, eccome. Di conseguenza la regolarizzazione delle badanti è un’evidente necessità se non si vuole mantenere uno stato di illegalità forzosa o se, peggio, non si vuole sottrarre alle famiglie il servizio delle badanti stesse. Sarebbe una bella ironia! Perdere il servizio di cui ho bisogno, che sono disposto a pagare, che mi dovrebbe dare lo stato che invece non ha risorse sufficienti, risorse che aumenterebbero regolarizzando..! sembra un gioco di parole, ma se si riflette è la pura e semplice verità. I numeri sono altissimi anche se evidentemente è impossibile determinare con certezza il numero delle operatrici irregolari. In una stima dell’Università Bocconi si parla di un milione e centomila di cui 500 mila irregolari. La notizia la si può trovare commentata in diversi siti tra i quali quelle riportati in nota.

“Per prepararsi al nuovo scenario è indispensabile una mentalità più inclusiva e capace di guardare gli immigrati non come gli “altri”, i diversi, gli estranei (e, secondo alcuni, i devianti), bensì come nuovi cittadini, compagni di strada in grado di fornire un nuovo apporto al nostro sviluppo. Quanto sta avvenendo in Italia è stato in precedenza sperimentato da molti altri paesi europei e d’oltreoceano, in diversi dei quali gli italiani stessi sono stati immigrati. Come più volte ha sottolineato la Chiesa, l’immigrazione può apportare notevoli potenzialità allo sviluppo locale, ma richiede attenzione e accoglienza, in un quadro certo di diritti e di doveri”. Così si esprime la Caritas nell’introduzione del Dossier Immigrazione 2008
La ricercatrice dell’IRS di Milano,. Daniela Mesini apre un suo articolo ricordando che per fronteggiare i bisogni di cura degli anziani non autosufficienti un numero sempre più elevato di famiglie si rivolge al mercato privato assumendo direttamente una badante e sostenendone la spesa. Ricorda che le stime prima della sanatoria del 2002 si attestavano su percentuali molto alte di lavoro irregolare (addirittura oltre il 70% secondo Censis – 2002). Al di là delle stime e delle cifre esatte, comunque esisteva ed esiste un segmento consistente di operatrici (è noto che prevalentemente il fenomeno riguarda l’immigrazione femminile) e di datori di lavoro che hanno preferito non procedere a regolarizzazione. L’autrice sottolinea che, anche se “l’occupazione privata nell’ambito del lavoro di cura tenderà a crescere grazie al progressivo invecchiamento della popolazione, e ai ricorrenti tagli alla spesa pubblica, non è automatico che le regolarizzazioni in questo comparto sia direttamente proporzionale all’aumento degli occupati. Questo era vero nel 2005 e ancor più lo è oggi dopo tutte le politiche “anti” che sono state messe in atto. Il reato di immigrazione clandestina recentemente istituito all’interno del pacchetto sicurezza, anche se sono previste possibilità di regolarizzazione proprio per le badanti attualmente presenti, rappresenta un ulteriore elemento di disaffezione rispetto ad un inquadramento definitivo e regolare del lavoro di badante. La tolleranza che c’è stata fin’ora rispetto al fenomeno è ampiamente giustificabile se si pensa che la situazione di irregolarità favorisce enormemente i datori di lavoro che da un lato risparmiano i costi burocratici, le imposte e le ritenute e dall’altro hanno un arma vera e propria da usare verso l’immigrata per trattenerla in uno stato di assoluta dipendenza, per non dire di schiavitù.
Se già prima della sanatoria del 2002 si temeva che l’effetto non fosse del tutto garantito, in conseguenza di del modello migratorio che si è affermato in Italia caratterizzato da molta fluidità con frequenti avvicendamenti, figuriamoci adesso dopo le prese di posizione ufficiali rispetto a tutto il problema dell’immigrazione in qualche caso vista e interpretata come una minaccia per la sicurezza. Alla scarsa propensione a rimanere e stabilizzarsi per ragione del puro e semplice desiderio di ricongiungersi alla famiglia nei luoghi d’origine dopo un periodo di “lavoro forzato” si somma oggi un ulteriore ragione, evitare vessazioni burocratiche, imposizioni fiscali che possono, in una certa misura, comportare una riduzione del reddito e quindi un allontanamento dell’obiettivo, che continua ad essere prevalentemente quello di contribuire in modo determinante alla creazione del fondo necessario a costruirsi una casa in patria. La regolarizzazione verrà ancora in gran parte evitata con un allontanamento di quello che invece sarebbe il più interessante obiettivo di stabilizzazione dei rapporti e l’incremento della formazione professionale delle addette.
Sembra idea condivisibile che gli alti e bassi della politica e in genere dei responsabili dello sviluppo sociale in Italia ha finito per giustificare uno Stato che si sottrae ad alcune importanti responsabilità avendo ridotto drasticamente le potenzialità di investimento sul settore socio assistenziale. Se rendiamo la vita difficile alle badanti e alle famiglie dobbiamo pensare a nuovi programmi (a meno che valga l’opinione che siamo di fronte a un’enorme “bufala” per cui si parla di sicurezza per nascondere quella venatura xenofoba che al nord ha assunto una consistenza notevole e si parla di welfare di comunità per confondere la visione di uno Stato che per il benessere degli anziani non ha più niente da spendere). In realtà sarebbe urgente la creazione di un sistema più razionale dove l’assistenza domiciliare viene erogata attraverso una struttura per maggior garanzia sia degli immigrati che di coloro che hanno bisogno del servizio. Tutto dovrebbe passare attraverso le istituzioni, ma in modo leggero, assolutamente leggero per non compromettere il livello di costo e soprattutto per rispettare i principi di libertà organizzativa degli enti erogatori e dei privati. Dovrebbe essere intensificato il processo di formazione delle badanti che molti enti locali hanno avviato, ma per fare questo è necessaria una certa durata della permanenza altrimenti l’investimento formativo non assicura adeguato ritorno. Purtroppo sappiamo che il lavoro illegale, più o meno tollerato dallo Stato, continuerà anche perché la domanda, anche se presumibilmente in crescita, non ha caratteristiche strutturali tali da offrire sufficienti garanzie alle organizzazioni. Ogni famiglia che ha bisogno del servizio sa di avere un bisogno temporaneo che vuole risolvere nel modo meno traumatico possibile sia sotto il profilo affettivo sia sotto l’aspetto economico. Soldi da spendere ce ne sono pochi: all’interno di pensione e accompagnamento bisogna risolvere tutto con il minor disagio possibile per il familiare non autosufficiente.
Dunque un gran numero di badanti si è riversato in Italia in prevalenza dai paesi nati dalla dissoluzione dell’URSS con un pensiero in mente: guadagnare il denaro sufficiente per costruirsi una casa al rientro in patria che prima si può fare meglio è. Il livello di istruzione può anche essere medio/alto in quanto è economicamente meglio fare la badante in Italia che una professione più alta nel paese di origine. La loro condizione è stata definita un “servitù di passaggio” (A. Castagnaro – 2002) costituita sostanzialmente dall’inserimento di manodopera più o meno qualificata in regime di assoluta flessibilità con un certo vantaggio, da un lato, per il singolo o meglio la singola famiglia, ma certamente inidoneo, dall’altro, a creare relazioni stabili tra l’assistente familiare e un certo territorio o un’istituzione pubblica o privata. L’urgenza di soddisfare i propri bisogni ha escluso la costruzione di un progetto a medio/lungo termine adatto veramente alla situazione italiana. Si è guardato solo al problema di sistemare il proprio anziano in un modo ritenuto migliore del ricovero in RSA che, per la cultura tradizionale italiana ancora molto diffusa, è visto come un elemento umiliante e disonorevole e quindi da evitare.
Ora auspichiamo invece uno sviluppo di questa situazione con possibilità di fruire di servizi offerti da personale qualificato. Questo del resto è l’unico passo avanti che è possibile fare.
Rispetto a questi obiettivi il “pacchetto sicurezza” da poco approvato in Parlamento contiene diversi provvedimento che influiscono direttamente sull’immigrazione come le tasse per il permesso di soggiorno e l’inasprimento delle norme sull’espulsione degli immigrati che hanno perso il lavoro. Alla fine queste norme servono a scoraggiare l’immigrazione e rendono difficile e più costosa la vita agli stranieri. Niente da dire in termini politici: è evidente che con questo si è risposto a un sentimento diffuso di paure legate alla possibilità che gli stranieri ci tolgano il lavoro o che vengano per compiere atti penalmente illeciti. In questo modo si legittima la convinzione che l’immigrazione sia un fatto negativo. Così Paolo Giordani e Michele Ruta in un recente articolo pubblicato sulla rivista on line “La voce” “ Una politica restrittiva in tema di immigrazione, come quella adottata dal nostro governo, certamente riduce il numero dei lavoratori stranieri presenti in un paese, ma ha anche l'effetto involontario di allontanare di più gli immigrati qualificati rispetto a quelli meno qualificati. Si resta così intrappolati in una spirale di forti restrizioni e "cattiva" immigrazione. E di pregiudizi che si autoalimentano. Per l'Italia, la soluzione non è inasprire indiscriminatamente le norme sull'immigrazione, ma ripensarle coerentemente con le necessità del paese.
Gli autori nello stesso articolo svolgono una tesi interessante sul rischio di circolo vizioso dei pregiudizi. I pregiudizi determinano paure a volte infondate ma influenzano le scelte politiche perché i politici devono soddisfare i desideri espressi dal popolo che li vota. Le scelte che ne derivano creano difficoltà agli immigrati e ciò porta ad un peggioramento della composizione dell’immigrazione con diverse conseguenze anche non desiderate che determinano una riduzione del benessere generale.
Se la situazione è questa la conclusione può essere una sola: agire selezionando attentamente e confermando le posizioni attualmente attive e positive. Tra queste di sicuro le badanti che fanno molto per il benessere degli anziani e delle famiglie. Forse ci sarà anche qualche operatrice che usa la professione come copertura di altro, ma se si considera che tipo di lavoro è la badante è difficile immaginare che siano tutte o in prevalenza dedite segretamente ad altre attività illecite e penalmente rilevanti. Non si può considerare opportuna una scelta che porta ad un inasprimento indiscriminato delle misure sull’immigrazione. Si vedrebbe invece con favore un atteggiamento rigoroso ma al tempo stesso di favore verso quei cittadini stranieri che sono interessati a quelle professioni di cui abbiamo bisogno e nel nostro campo è chiaro che di bisogno ce n'è