giovedì 23 aprile 2009

Consulta Servizi Sociali - Riunione del 17 aprile






Si è svolta la riunione del gruppo di lavoro incaricato di predisporre un progetto da presentare all'Assessorato.
Dopo ampio dibattito e analisi dei problemi che è sembrato opportuno trattare si è vista un'elaborazione presentata dall'associazione Lumen. L'elaborato è stato giudicato ottimo e di notevole spessore culturale e formativo ma allo stesso tempo, proprio perchè rilevante, anche di difficile realizzazione con le forze che la consulta può mettere in campo.
Così è stata assunta la decisione di elaborare un progetto, per così dire, in "scala ridotta" che pur rimanendo nell'alveo della proposta più ampia si dispone come uno strumento meno oneroso e più duttile.
Il testo approvato dal gruppo prende il nome di "Progetto Anziano Sicuro"
Il progetto, partendo dai dati ISTAT, dal Profilo di comunità e dal Piano di Zona si propone di Promuovere la salute e il benessere sociale delle persona anziane e/o in condizioni sociali deboli che per assenza o èprecarietà delle reti socio-familiari sono a rischio di non autosufficienza.
Il progetto è centrato sulla sicurezza non solo come integrità fisica e dei beni materiali, ma anche come certezza delle attività, delle relazioni sociali ed economiche.
Propone azioni atte:
  • a correggere e prevenire situazioni e comportamenti a rischio, stili di vita non salutari, incidenti domestici ecc.

  • a creare/consolidare relazioni sociali ed affettive (vicinato solidale) sicure per scongiurare l'isolamento e la solitudine, per rafforzare il concetto del ruolo attivo dell'anziano nella comunità

  • a sostenere i famigliari e/o chi si prende cura (care giver) degli anziani in condizioni di precarietà sociale, affettiva e sanitaria.
I risultati attesi dal progetto sono una rassicurazione delle persona anziane e un aiuto oper permanere il più a lungo possibile nel proprio domicilio favorendo una vita sicura e indipendente riducendo gli incidenti domestici e gli stili di vita impropri.
Tutto ciò aumenta la consapevolezza dell'importanza di un "invecchiamento attivo" e aumenta la partecipazione alla vita cittadina con risultati complessivi ancora migliori grazie alle "azioni di sollievo" per famigliari e care giver.
Il documento prevede la realizazione del progetto grazie ai volontari delle associazioni in azione sinergica con le istituzioni Servizi Sociuali e Abitativi del Comune, Assessorato alla Salute, Solidarietà e coesione sociale, nonchè Azienda USL.
Quanto prima il progetto verrà definito in tutte le sue forme, approvato dalla Consulta in seduta plenaria e presentato all'Amministrazionbe comunale.

L'iter è ampio e complesso con una certa inevitabile lentezza, ma la miglior cosa è svolgere un corretto lavoro per la presentazione e condivisione di un progetto che ha visto la partecipazione attiva di diversi soggetti. Conoscere a fondo i problemi, studiare soluzioni coerenti e sostenibili è la prima parte, ma fondamentale è il coinvolgimento attivo di tutti gli attori cui è demandato la realizzazione pratica o il sostegno dell'iniziativa.
Oggettivamente sembra un buon progetto e anche "ben avviato".

giovedì 16 aprile 2009

Consulta Immigrazione e Mondialità - Riunione del 15 aprile



L’ordine del giorno di questa riunione della Consulta era tutto impostato sul problema della comunicazione e del dialogo.

Problema che investe sia le relazioni verticali tra cittadini – associazioni – Istituzioni sia quelle orizzontali tra cittadini e associazioni.
Alla premessa introduttiva svolta dalla Coordinatrice della Consulta Edvin Shehu è seguito l’intervento dell’Assessore Giovanna Palladini per dare importanti chiarimenti sulla vicenda del luogo di culto per i cittadini di religione Islamica che molto ha fatto discutere negli ultimi tempi e ha provocato rimbalzi di notizie a volte non completamente corrette. L’assessore ha tenuto a precisare la posizione sostanziale della Giunta Comunale che è di assoluto rispetto della libertà di culto che deve poter essere esercitato in un luogo adeguato, sicuro e dignitoso. Le perplessità manifestate riguardano il fatto di aver anticipato l’apertura di un luogo mentre la discussione e le trattative erano in corso creando qualche sensazione di malessere evidentemente dovuto a difetti di comunicazione in generale. Ora – ha ricordato l’assessore - l’Amministrazione comunale è in attesa di una proposta che arrivi in modo partecipato da tutte le rappresentanze del mondo islamico per concludere un percorso condiviso in modo che nessuno si senta sfiduciato e assuma le decisioni con più sicurezza e nessun pregiudizio. Questo ovviamente è importante per togliere dubbi e paure che gusterebbero un clima che invece sia da parte dell’assessore sia di tutti i presenti lo si vuole mantenere sereno e proficuo.
La discussione è proseguita con numerosi interventi tutti tesi alla ricerca di strumenti di sviluppo della comunicazione interculturale e della comprensione delle esigenze reciproche. Sono emerse alcune idee partendo proprio dal problema religioso e dal fatto che per le nuove generazioni delle famiglie islamiche c’è un grave rischio di crescere senza un sostegno etico-religioso. Il problema è la mancanza di religiosità prima ancora che di dottrina tant’è che da molti è stata mantenuta l’ora di religione ai figli a scuola a maggior ragione perché oggi in quell’ora non si fa insegnamento di dottrina cattolica ma uno studio più ampio sulle religioni. Si è pensato al coinvolgimento di un prete cattolico che abbia una particolare sensibilità assumendo (Tatiana) l’onere di contattare la persona adatta. Si è pensato anche ad un’attività finalizzata all’incontro tra giovani adolescenti appartenenti alle diverse culture per favorire la conoscenza e un dibattito che potrebbe essere introdotto e guidato da un “vero” esperto di Islam. Si è pensato anche al coinvolgimento di una insegnate laica di religione per favorire l’incontro e il dibattito tra giovani. Si cercherà il contatto giusto e se ne parlerà operativamente alla prossima riunione preventivamente fissata per il 6 maggio prossimo.
L’augurio è che la Consulta possa prendere una posizione e un ruolo nel dibattito per favorire il più possibile l’attività di integrazione tra le persone di diversa etnia nella consapevolezza che ciò meglio si può realizzare in un clima di fiducia generato dalla conoscenza che annulla gli effetti della “sindrome del diverso”. La conoscenza della differenza e delle sue ragioni è lo strumento che trasforma “il diverso” da pericolo a risorsa.
(R. Dapero)
da sinistra
Renato Dapero
Giovanna Palladini
Edvin Shehu

domenica 5 aprile 2009

Progetto “LiberaMente”


Il progetto
"LiberaMente"
è stato predispopsto da un gruppo di lavoro dell'ANOSS e presentato ai competenti Uffici del Comune di Piacenza.
In Olanda, verso la fine degli anni 90, nel tentativo di dare una risposta adeguata ai bisogni degli ammalati di Alzheimer e delle loro famiglie, si pensa di organizzare presso locali di ritrovo pubblici o privati attività volte all’informazione, alla formazione, all’auto-aiuto, al sostegno psicologico delle persone coinvolte nella malattia. Così, in una situazione informale, esperti del settore (medici, psicologi, tecnici dell’assistenza) affrontano con i familiari le diverse problematiche correlate alla demenza, dal disorientamento temporo-spaziale ai disturbi del comportamento, aiutandoli ad affrontare più serenamente l’assistenza quotidiana. Molto importante si è rivelato lo scambio di opinioni fra gli stessi care givers, “facilitato" da una esperienza emozionale introduttiva, mediata da scene tratte da film o dalla lettura di brani letterari. In tal modo i familiari acquistano maggiore consapevolezza delle proprie emozioni nell'assistere il congiunto e riescono a "ricollocarle" più razionalmente. I malati, per loro conto, si giovano di tecniche di stimolazione mnemonica, sia formali che informali, e della possibilità di socializzazione e di svago che l'ambiente offre.

Prendendo spunto da queste esperienze e da altre avviate sul territorio italiano, ANOSS propone “LiberaMente”, un’iniziativa a sostegno delle famiglie che stanno affrontando il problema dell’assistenza ad un loro componente affetto da demenza, rielaborando gli obiettivi del sostegno psicologico attraverso la proposta di iniziative terapeutiche. L’iniziativa è rivolta soprattutto ai care givers, ma, nello stesso tempo,intende offrire al malato un’occasione di “inclusione” attraverso attività finalizzate alla socializzazione, relazione, svago, senza tralasciare peraltro intenti di riabilitazione cognitiva, come la musicoterapia, l’arteterapia come meglio illustrato dalla seguente figura.
Il progetto, in sostanza, prende in carico una situazione familiare complessa, il cui nodo centrale è la malattia di un componente, in una situazione in cui rivestono grande importanza gli aspetti relazionali, psicologici, affettivi ed emotivi che si intrecciano con quelli più tecnici riferiti alle varie problematiche legate alla progressiva perdita di autonomia del malato.
L’azione di sostegno, allora, deve essere esercitata mediante opportuni strumenti lungo due direttrici distinte: quella del caregiver e quella del malato. Soltanto così si può pensare di ottenere significativi risultati in termini di riduzione dello stress e di miglioramento della qualità dell’assistenza.

OBIETTIVI DEL PROGETTO
Il percorso formativo nel suo complesso si propone di :
a) fornire ai familiari degli anziani con problemi cognitivi momenti di approfondimento di aspetti medici, psico-sociali, riabilitativi e di gestione della vita quotidiana connessi con la demenza;
b) proporre strategie di comportamento efficaci nella cura e nell’assistenza dei malati;
c) accrescere la competenza dei caregiver (persone che assistono) nella comunicazione col malato, con particolare attenzione alla comunicazione non verbale, e nella gestione degli aspetti psicologici e relazionali che coinvolgono l’intero nucleo familiare;
d) facilitare la conoscenza della rete dei servizi esistente sul territorio e di nuove iniziative possibili;
e) ridurre lo stress del caregiver attraverso l’esperienza di terapie non farmacologiche e tecniche di rilassamento (musicoterapica, terapia del massaggio)
f) contrastare il senso di esclusione dei malati di demenza offrendo loro un’occasione di svago e socializzazione;
g) rallentare il decadimento cognitivo del malato attraverso la proposta di attività di stimolazione cognitiva.

CONTENUTI
Per il familiare
:
Ø informazioni di base sulle varie forme di demenza;
Ø problemi di vita quotidiana con il malato;
Ø principi di corretta alimentazione, igiene e problemi vari legati al nursing ed alla somministrazione dei farmaci;
Ø la comunicazione e la relazione con il malato, principi di comunicazione non verbale;
Ø la relazione del sistema familiare e particolarmente del caregiver con il sistema dei servizi socio-sanitari ed assistenziali della rete: nodi critici e funzionalità;
Ø i disturbi del comportamento: come riconoscerli e come affrontarli;
Ø le implicazioni emotive del caregiver: paura, sensi di impotenza e di colpa;
Ø simulazioni di esperienze di vita reale;
Ø sedute di terapie non farmacologiche e tecniche di rilassamento.

Per il malato:
Ø attività di socializzazione e relazione proposte da animatore / arteterapeuta;
Ø sedute di stimolazione cognitiva,
Ø sedute di arteterapia.
I moduli prevedono 30 ore per i familiari e 30 ore gli anziani ammalati di demenza, per un complessivo di 60 ore, suddivise in incontri di due ore ciascuno.

DESTINATARI
15 coppie composte da persone affette da demenza di varia natura di grado lieve o moderato e loro familiare caregiver.

ASPETTI ECONOMICI
Per l’intero corso che comporterà l’impiego di complessive 90 ore tra docenza e attività di supporto oltre ai locali e al materiale d’uso si richiede un contributo di € 4.000,00
INTEGRAZIONE/COLLABORAZIONI
ANOSS intende condividere le finalità del progetto con il Consultorio Aziendale per le demenze senili e di collaborare con lo stesso nell’erogazione del servizio.