giovedì 16 aprile 2009

Consulta Immigrazione e Mondialità - Riunione del 15 aprile



L’ordine del giorno di questa riunione della Consulta era tutto impostato sul problema della comunicazione e del dialogo.

Problema che investe sia le relazioni verticali tra cittadini – associazioni – Istituzioni sia quelle orizzontali tra cittadini e associazioni.
Alla premessa introduttiva svolta dalla Coordinatrice della Consulta Edvin Shehu è seguito l’intervento dell’Assessore Giovanna Palladini per dare importanti chiarimenti sulla vicenda del luogo di culto per i cittadini di religione Islamica che molto ha fatto discutere negli ultimi tempi e ha provocato rimbalzi di notizie a volte non completamente corrette. L’assessore ha tenuto a precisare la posizione sostanziale della Giunta Comunale che è di assoluto rispetto della libertà di culto che deve poter essere esercitato in un luogo adeguato, sicuro e dignitoso. Le perplessità manifestate riguardano il fatto di aver anticipato l’apertura di un luogo mentre la discussione e le trattative erano in corso creando qualche sensazione di malessere evidentemente dovuto a difetti di comunicazione in generale. Ora – ha ricordato l’assessore - l’Amministrazione comunale è in attesa di una proposta che arrivi in modo partecipato da tutte le rappresentanze del mondo islamico per concludere un percorso condiviso in modo che nessuno si senta sfiduciato e assuma le decisioni con più sicurezza e nessun pregiudizio. Questo ovviamente è importante per togliere dubbi e paure che gusterebbero un clima che invece sia da parte dell’assessore sia di tutti i presenti lo si vuole mantenere sereno e proficuo.
La discussione è proseguita con numerosi interventi tutti tesi alla ricerca di strumenti di sviluppo della comunicazione interculturale e della comprensione delle esigenze reciproche. Sono emerse alcune idee partendo proprio dal problema religioso e dal fatto che per le nuove generazioni delle famiglie islamiche c’è un grave rischio di crescere senza un sostegno etico-religioso. Il problema è la mancanza di religiosità prima ancora che di dottrina tant’è che da molti è stata mantenuta l’ora di religione ai figli a scuola a maggior ragione perché oggi in quell’ora non si fa insegnamento di dottrina cattolica ma uno studio più ampio sulle religioni. Si è pensato al coinvolgimento di un prete cattolico che abbia una particolare sensibilità assumendo (Tatiana) l’onere di contattare la persona adatta. Si è pensato anche ad un’attività finalizzata all’incontro tra giovani adolescenti appartenenti alle diverse culture per favorire la conoscenza e un dibattito che potrebbe essere introdotto e guidato da un “vero” esperto di Islam. Si è pensato anche al coinvolgimento di una insegnate laica di religione per favorire l’incontro e il dibattito tra giovani. Si cercherà il contatto giusto e se ne parlerà operativamente alla prossima riunione preventivamente fissata per il 6 maggio prossimo.
L’augurio è che la Consulta possa prendere una posizione e un ruolo nel dibattito per favorire il più possibile l’attività di integrazione tra le persone di diversa etnia nella consapevolezza che ciò meglio si può realizzare in un clima di fiducia generato dalla conoscenza che annulla gli effetti della “sindrome del diverso”. La conoscenza della differenza e delle sue ragioni è lo strumento che trasforma “il diverso” da pericolo a risorsa.
(R. Dapero)
da sinistra
Renato Dapero
Giovanna Palladini
Edvin Shehu

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